La Stampa, 25 giugno 2017
L’Oms: «Sui vaccini l’obbligo è giusto». Scontro fra le regioni
La guerra dei vaccini divide enti locali e governo. E, trasversalmente, fa litigare partiti e società civile. Il 43% dei casi di morbillo in Europa (5.483) si registra in Italia e dopo quello dell’Ue è arrivato il richiamo dell’Organizzazione mondiale della sanità: «La copertura vaccinale in Italia per tutti i tipi di vaccini sta mostrando tendenze declinanti». Il tasso di immunizzazione «è sceso in modo vertiginoso e sono ricomparse malattie che erano ritenute debellate», avverte il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, eppure «sui vaccini vengono fatti continui test, la sicurezza è totale, non esiste correlazione tra vaccinazioni e patologie conseguenti: siamo alle prese con un’epidemia di morbillo, ci sono adulti costretti al ricovero in ospedale». Le regioni si spaccano sulla introduzione dell’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola, sancita per decreto dal ministero della Salute. L’obbligo di legge di vaccinarsi per essere iscritti a scuola c’è stato in Italia dal 1967 al 1999. Da quando è decaduto, le coperture vaccinali sono scese sotto la soglia del 95% prevista dall’Oms. «I dati giustificano l’adozione dell’obbligatorietà dei vaccini», sostiene il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi. E «senza interventi mirati e omogenei sul territorio nazionale, è molto elevato il rischio di un ulteriore calo delle coperture vaccinali, vanificando anni di campagne pubbliche di prevenzione». A guidare il fronte del “no” è il Veneto, che ha impugnato il provvedimento del governo davanti alla Consulta, ma anche altre regioni hanno espresso una posizione contraria, dalla Liguria alla Valle d’Aosta, mentre ad appoggiare la misura sono, Emilia Romagna e Toscana, pioniere della reintroduzione dell’obbligo. Il decreto scade il 6 agosto e andrà in aula al Senato dopo il 3 luglio.
La difesa da parte dei medici del provvedimento è netta. L’Aopi, l’associazione degli ospedali pediatrici chiede che si vada avanti con l’approvazione del testo («qualsiasi passo indietro sarebbe un autogol per la salute»), Il governo apre ad un alleggerimento del provvedimento nel capitolo delle sanzioni. Sulla linea del governatore veneto Luca Zaia anche la vicepresidente della Liguria Sonia Viale: «Sui vaccini l’approccio non può essere la coercizione: la Liguria chiede al governo una correzione del decreto». Contro le «misure coercitive» si schiera pure il consiglio provinciale di Bolzano invocando lo «stralcio delle misure ed una campagna di sensibilizzazione ampia ed equilibrata». Perplessità anche dall’assessore alla Sanità della Valle d’Aosta, Luigi Bertschy. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni contesta le «assurde sanzioni» ed è «disponibile a sostenere il Veneto e la Liguria». Il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini assicura che sono a favore «la stragrande maggioranza». La sua è stata la prima regione ad aver varato una legge sull’obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana sono intervenuti rendendo obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l’iscrizione agli asili comunali e convenzionati. Nella “guerra dei vaccini” il Piemonte sta con Roma. «È una scelta di civiltà- sostiene il governatore piemontese Sergio Chiamparino-. Dobbiamo mettere i bambini al riparo dalle malattie, tanto più in un quadro epidemiologico in sempre più rapido cambiamento». Intanto la Corte di giustizia dell’Ue ha stabilito che servono «indizi sufficientemente gravi,precisi, concordanti» per dimostrare «il difetto di un vaccino e il nesso di causalità tra il vaccino e una malattia. Il numero verde (1500) del ministero della Salute riceve 160 telefonate l’ora. A rispondere alle chiamate sono operatori, dirigenti medici del ministero e personale tecnico. L’obiettivo è chiarire i dubbi dei cittadini sul decreto che introduce l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. «Una vita vale bene una legge», dice Lorenzin all’indomani della morte a Monza del bambino malato di leucemia e stroncato dal morbillo preso da non chi non era vaccinato. «I 12 vaccini inseriti nel decreto servono alla messa in sicurezza della popolazione». Il ministro auspica che Zaia «ci ripensi» e decida di non impugnare davanti alla Consulta il provvedimento: «Non ci sono timori sulla costituzionalità ed è necessario riportare in brevissimo tempo i dati di immunizzazione di massa sopra il 95% in Italia. Il Veneto non è messo bene, ha bisogno più di altre regioni del provvedimento d’urgenza: ha già preso cantonate scientifiche: prima su Stamina e adesso sui vaccini».