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 2017  giugno 24 Sabato calendario

Incompatibilità ambientale

Taormina non vuole i trentotto migranti che le assegna il piano di ripartizione studiato dal governo. Trentotto sono pochi, per di più destinati alla periferia, come racconta Felice Cavallaro su Corriere.it. Il sindaco e gli albergatori ci tengono però a precisare che la loro resistenza non è dettata dal razzismo, ma dall’incompatibilità ambientale. Proviamo a tradurre l’ardito neologismo: per non rovinare l’immagine appena rilucidata con i soldi del G7, i profughi brutti, sporchi e potenzialmente cattivi vanno mandati in località più compatibili, cioè meno turistiche. Sarebbe interessante che il sindaco andasse a dirlo di persona ai colleghi di Giarre, Licata e Acireale, ciascuno dei quali giustamente convinto di vivere nel posto più bello del mondo: prendeteveli pure voi i nostri scarti, noi siamo Taormina e ci teniamo la crème. Diventa difficile pretendere dall’Europa quella solidarietà che ci rifiutiamo di applicare tra italiani.
La Taormina ribelle cavalca però lo spirito del tempo. I migranti non li vuole nessuno e chiunque eccepisca si sente dare del buonista che, se proprio ci tiene, può sempre ospitarli a casa sua. Eppure, da donchisciotte del buonsenso, mi ostino a sognare un sindaco che dica: «Li prendo tutti e trentotto, anzi datemene altri due per fare cifra tonda. Ma a una condizione: che anziché lasciarli a ciondolare in una piazza, possa mandarli a pulire spiagge e strade. Così, oltre ai soldi stanziati per il loro mantenimento, si guadagneranno la fiducia del nostro ambiente, che magari comincerebbe a trovarli compatibili».