La Stampa, 26 giugno 2017
LinkedIn, istruzioni per l’uso. Il decalogo per trovare un posto
È il social network del lavoro più utilizzato nel mondo, ma molti ancora lo snobbano, altri rischiano di usarlo male. Ecco le dieci regole consigliate dagli stessi professionisti di LinkedIn per chi cerca lavoro o per migliorare la propria carriera.
Che fare. Prima di tutto, un buon profilo con una buona foto ha una probabilità 14 volte superiore di essere visualizzato. Assicurarsi che rappresenti al meglio dal punto di vista professionale la propria candidatura. Anche scrivere un titolo convincente nel profilo, che invogli le persone a leggerlo, offre maggiori possibilità di riuscita. Il titolo professionale («job title») a volte non basta. Nella sintesi («summary») è importante eliminare frasi fatte e stereotipi, le cosiddette «buzzword», come per esempio «esperto», «specializzato» o «appassionato». Inserire esempi che dimostrino chiaramente motivazione e risultati ottenuti. La sintesi non può superare 40 parole e si può scegliere se scriverla in italiano o in inglese. Includere le esperienze di volontariato e le cause importanti che si sono sostenute e che si sostengono può giocare a proprio favore. Esporre le proprie competenze aumenta di 13 volte le probabilità che il profilo venga visualizzato. Inoltre, le referenze di colleghi ed ex colleghi, le cosiddette «raccomandation», danno maggiori possibilità di essere notati. Compilare la sezione della propria formazione scolastica inserendo anche corsi aziendali, master, corsi a pagamento e di aggiornamento professionale. Va ricordato che LinkedIn è un social network e non una bacheca rigida; richiede quindi stesura di post, pubblicazione di foto, condivisione di video e presentazioni attraverso Slideshare. È importante essere attivi e farsi vedere: il 75% dei cacciatori di teste italiani dichiara di cercare i candidati prima di tutto su LinkedIn, partendo da coloro che seguono la «company page» aziendale. Oltre a questo, seguire i guru, i maestri di settore ed espandere la propria rete professionale. Infine, quando si cerca di allargare la propria rete, non serve scrivere di tutto un po’, come spesso accade con Facebook. Su LinkedIn non è la quantità dei contatti che conta, ma la qualità. Perdere tempo non piace a nessuno.
Raccomandazioni. «In una “community” di utenti in 200 Paesi fare “networking”, confrontarsi con gli altri sul proprio settore, conoscere tendenze e creare relazioni professionali è il miglior modo per scoprire nuove opportunità – afferma Marcello Albergoni, Head of Italy di LinkedIn – Il 79% degli utenti ha dichiarato di esserne consapevole. Grazie a questo il 48% dei professionisti nel mondo è riuscito a ottenere nuove occasioni. Ciononostante, si scopre che i “millennial”, o nativi digitali, sono quelli più in difficoltà in questa attività. Il 43% degli utenti, tra 18 e 34 anni, infatti, ha ammesso di avere più difficoltà dei colleghi più anziani nel restare in contatto con il loro network. Quasi un “millennial” su due, oltre alla mancanza di tempo, ha dichiarato di non sapere come poter iniziare una conversazione con un altro utente. In ogni caso, i lavoratori italiani stanno capendo sempre di più il valore aggiunto del “personal branding” e sono consapevoli che la tradizionale attività di “networking” rimane un elemento essenziale per la carriera».