La Gazzetta dello Sport, 25 giugno 2017
Bobo Vieri: «Inter, ora con Spalletti cambierà tutto. Il Milan? è dura»
Vive a lungo a Miami, Bobo Vieri. Da quelle parti è opinionista di punta per la BeIN Sports, commenta calcio internazionale, compresa la Serie A. Fa tendenza, piace, coinvolge, tanto che la proprietà del colosso televisivo lo ha voluto in esclusiva mondiale, e spesso lo manda in giro per il pianeta, nelle altre sedi della BeIN Sports: l’anno scorso, di questi tempi, Bobo era per esempio a Parigi per l’Europeo, e subito dopo il successo azzurro sulla Spagna conquistò mezza Francia entrando negli studi televisivi cantando e sventolando la bandiera italiana. Ora si sta invece godendo le vacanze, spesso lo si può incontrare a Milano, zona Garibaldi, Osteria del Corso soprattutto, ma iniziano a farsi frequenti i blitz a Milano Marittima e a Formentera. Per strada è un po’ come ai tempi d’oro: autografi e foto a raffica, la popolarità non è di fatto mai calata, anche grazie a un uso divertente e molto intelligente dei social. A Formentera, la scorsa estate, ha scatenato la Footvolley mania, sfidando da solo chiunque ne avesse il «coraggio» e portando a casa valanghe di granite, bibite e angurie gratis, bottino di guerra per ogni successo ai danni di avversari di ogni età... e peso. Una «moda» che ha ora trasformato in un’opportunità di beneficienza, con tornei ad hoc (ne parliamo a parte) sulle spiagge di Cervia.
Insomma Vieri, opinionista di alto livello e re dei social, eppure sono in molti a consigliarle un futuro da tecnico.
«Oggi sono innamorato del lavoro che faccio. Mi piace, mi diverto e sento forte la stima di chi mi ha scelto. Un domani vedremo, ma per ora davvero non ci penso».
E allora la sfruttiamo proprio come opinionista. L’Inter riparte da Spalletti: è l’uomo giusto?
«Lo considero già adesso il miglior acquisto in assoluto di questo mercato italiano. Luciano ha carattere, è tosto, è un duro in allenamento e fa giocare molto bene le sue squadre. All’Inter servono gli attributi, e il mister ne ha in abbondanza. Sì, con Spalletti i nerazzurri possono già considerarsi in Champions, vado sul sicuro».
La convince anche il nuovo corso societario?
«La garanzia è Spalletti, il resto mi interessa poco».
A livello di rosa, cosa manca all’Inter?
«Semplice: giocatori veri. San Siro non è per tutti, lì le gambe non devono tremare mai. Serve gente di qualità e carattere, con una forte personalità».
Uno alla Belotti per esempio?
«Nomi io non ne faccio».
Vabbé, allora ci dia semplicemente un giudizio sul centravanti della Nazionale, secondo molti il tuo potenziale erede.
«Belotti ha fame, è un lottatore, ha grinta e cattiveria da vendere. Quando hai uno così là davanti, sai già che il resto della squadra lo seguirà. A me piacciono le punte fisiche, di gamba, che vanno sistematicamente nello spazio senza dare per perso nessun pallone».
Beh, complimenti non da poco al bomber granata?
«Sì, ma non deve certo mollare o credere di essere arrivato chissà dove. Zero tocchettini quindi, solo lavoro, lavoro e ancora lavoro. Deve pensare ad essere concreto in ogni momento della gara, deve spaccarsi la testa contro il palo se necessario, altrimenti dura poco».
Che ne pensa del Milan cinese?
«Non penso, aspetto il campo. A San Siro, che si parli indifferentemente di Inter o Milan, devono entrare solo fenomeni, e fino a quando non rivedrò un certo tipo di giocatori eviterò di impegnarmi in giudizi particolari».
Si è fatto invece un’idea del crollo juventino a Cardiff?
«Hanno perso contro un grandissimo Real Madrid, una squadra mostruosa per fisico e tecnica. Quando tutto funziona, il Real è una delle tre squadre inavvicinabili in Europa. Le altre sono Bayern Monaco e Barcellona. Certo, perdere la finale fa molto male, ma la Juve non deve essere delusa. È stata due volte finalista negli ultimi tre anni, ha una società solida e organizzata. La squadra è forte, ha futuro. Poi, di questi tempi per vincere la Champions devi quasi sempre battere almeno due delle tre grandissime, e quindi ci vuole anche fortuna: ne sa qualcosa l’Atletico Madrid per esempio. I tifosi devono essere felici, ripeto, perché ormai la Juventus è lì, al top del calcio mondiale».
Conte non torna in Italia. Ha fatto bene a restare a Londra?
«Non ho idea, solo lui può saperlo. Mi limito a dire che parliamo di uno dei più grandi tecnici al mondo: ha vinto al primo colpo, e il Chelsea non era certo la squadra più forte in Premier League. In Inghilterra lo sanno ormai molto bene: i tecnici italiani sono i migliori in assoluto, sotto qualunque punto di vista: tattico, fisico e tecnico».
Prossima Champions: per chi tifa Vieri fra il Real di Zidane, la Juve di Allegri, il Chelsea di Conte e il Bayern di Ancelotti?
«Io tifo Barça, lo sanno tutti: è la squadra con la più bella filosofia di gioco al mondo».
A proposito di Zidane, se l’aspettava così bravo come tecnico?
«Zizou è un fenomeno, ha riportato tranquillità in un ambiente che a un certo punto sembrava il circo. Conosce il mondo Real, sa cosa serve».
Gestione straordinaria quella di Cristiano Ronaldo, spesso «costretto» a riposare per conservare energie in vista di un finale di stagione poi rivelatosi esaltante.
«Non è un caso, un grande campione ascolta solo chi ritiene alla sua altezza. Cristiano deve ringraziare anche Zidane se è arrivato in condizioni scintillanti alla fase decisiva della stagione».
Capitolo Nazionale: che possibilità abbiamo di andare a vincere in Spagna ed evitare i playoff mondiali?
«Di fatto è una gara secca, tutto può succedere. Certo, di fronte avremo uno squadrone, ci vuole l’impresa».
Come se la giocherebbe Vieri?
«Seguirei l’esempio di Conte in Francia: squadra alta e grande pressing a tutto campo, gli spagnoli soffrono non poco quando vai a prenderli a ridosso della loro area; sono invece guai se gli consenti di entrare in massa nella tua metà campo visto l’altissimo tasso tecnico di Iniesta e compagni. Insomma, serve una Nazionale spavalda, coraggiosa, fisica e cattiva».
A prescindere dall’avventura dell’Under 21 in Polonia, crede che sia davvero partito un cambio generazionale vincente nel nostro calcio?
«Dico solo che indossare l’azzurro non è roba da poco. Nulla a che vedere con il club: in Nazionale le gambe possono tremare, e io ci voglio vedere solo ragazzi di cuore, gente che sputa sangue e onora la maglia. Non c’è niente di più bello e importante della Nazionale».
Il suo amico Inzaghi ha intanto conquistato la promozione in B con il Venezia e ha stuzzicato anche l’interesse internazionale, vedi la nazionale albanese.
«”Ad avere i soldi di Inzaghi...” (canticchia, ridendo, un motivetto che ha lanciato sui social), scherzi a parte Pippo ha dimostrato il suo enorme potenziale. Ci voleva umiltà vera per ricominciare dalla Lega Pro, e lui si è calato nella nuova realtà con fame e competenza, comandando il campionato dalla prima all’ultima giornata. È bravo, cresce con costanza e farà bene, in B o altrove, non ho il minimo dubbio».
Altro amico fraterno: Brocchi in Cina, accanto a Fabio Capello.
«L’ho sentito felice e motivato. Mi aveva subito parlato di questa possibilità, e gli avevo consigliato di firmare senza pensarci: Fabio Capello è l’università degli allenatori, una grande occasione di crescita».
Lei intanto domina sui campi di foot volley, è anzi diventato una star internazionale che raccoglie sfide di ogni tipo.
«Sono in grande forma, seguitemi sui miei social e invito già da oggi a Cervia anche tutti i compagni e avversari di un tempo. Li sfido in coppia con Cattelan o da solo, e che non si facciano troppe illusioni... Sono una belva!».
Bobo Vieri, chiudiamo con le prime quattro del prossimo campionato, pattuglia che ci rappresenterebbe nella Champions 2018-2019.
«Juve prima, poi Napoli, Inter e Roma nell’ordine».
E il Milan?
«Sarà dura».