il Fatto Quotidiano, 23 giugno 2017
Marco De Benedetti: il twittatore e la moglie che ama la Destra
Forse da oggi Marco De Benedetti, che eredita dall’Ingegnere la presidenza del gruppo Espresso/La Stampa, per i media non sarà più il marito di Paola Ferrari, giornalista di Rai Sport, ex amica di Daniela Santanchè e candidata con La Destra di Storace; né il figlio di Carlo De Benedetti, il secondo, quello con studi in Svizzera e negli Usa, quello più mondano del riservato Rodolfo, quello che commenta i giornali e non li considera un fardello.
Appare spesso sulle riviste di gossip con la Ferrari, non concede interviste su argomenti politici, fa il capo italiano del fondo americano Carlyle ed è ormai lontana l’epoca in Tim con Roberto Colaninno o la “gavetta” nella Olivetti di papà. Ha 55 anni, due figli, tifa Juve e gufa contro i gufi della Juve. Soltanto su Twitter, costipato fra i caratteri limitati e, chissà, sobillato dal vortice del dibattito egoriferito, si scatena con giudizi, anatemi, grafici, analisi.
Dopo le Politiche del 2013, quelle che consacrarono il Movimento 5 Stelle, ha lanciato una campagna contro il fondatore con il motto #fermiamocasaleggio, lo chiamava Gianrobbè, l’ha definito un mentecatto, gli ha consigliato di non usare “droghe pesanti”. Ha insultato pure Grillo. E negli ultimi periodi punzecchia un po’ Luigi Di Maio e un po’ Alessandro Di Battista, con maggiore frequenza Virginia Raggi, Previti Girl, colpevole di non fermare il degrado di Roma.
Ha criticato Report per il servizio sui vaccini e ha condensato il suo pensiero sul tema proponendo i cinguettii di Stefano Parisi, Chicco Testa e della consorte Paola. I fondali di Twitter, se scandagliati in profondità, fanno emergere un ritratto esaustivo di Marco De Benedetti: l’antipatia per i Cinque Stelle, Donald Trump, Matteo Salvini, inseriti nella categoria dei populisti; un contorno di economisti di riferimento, gli interventi del direttore di Repubblica, Mario Calabresi; Matteo Renzi non troppo presente; la sinistra troppo assente.
Carlo De Benedetti ha tre figli maschi. Edoardo fa il medico in Svizzera. Rodolfo s’è preso la cassaforte di famiglia Cir. Marco prima fa esperienza in Olivetti e poi segue Colaninno che scala Telecom: sarà amministratore delegato di Tim fino all’avvento di Marco Tronchetti Provera. Rodolfo vive all’ombra del padre, Marco fa l’italiano degli americani e beneficenza con una carica in Save the Children.
Rodolfo è poco interessato ai giornali, a Repubblica, agli articoli che influenzano un partito, un governo, o almeno un tempo era così.
Rodolfo teme il tracollo già in atto dei quotidiani e voleva vendere il Gruppo Espresso. E di fatto l’ha venduto accogliendo in salotto John Elkann, che non farà a lungo la pantomima del socio di minoranza. Marco avrà pensato a un viaggio a Ibiza, scherzano i soliti maligni, poi ha capito che il padre voleva mollare. E lui, rapido come un tweet, s’è fatto avanti.