Corriere della Sera, 21 giugno 2017
Prima grana per l’Eliseo. Lascia la ministra della Difesa. A rischio gli alleati di centro
PARIGI Emmanuel Macron e la sua maggioranza finora hanno fatto percorso netto, stravincendo presidenziali e legislative. Ieri è arrivata all’Assemblea nazionale la carica dei nuovi deputati e oggi alle 18 è previsto il varo del nuovo governo. Ma non tutto va benissimo: la ministra della Difesa, Sylvie Goulard, ha fatto sapere di non volere più fare parte della squadra perché coinvolta nell’inchiesta sugli assistenti parlamentari del suo partito, il MoDem guidato da François Bayrou (ministro della Giustizia) e Marielle de Sarnez (ministra agli Affari europei).
Il 22 marzo la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare in seguito alla segnalazione dell’eurodeputata del Front National, Sophie Montel, che denunciava come molti assistenti parlamentari pagati con i fondi europei lavorassero anche a Parigi per i partiti di appartenenza.
Si trattava di una contromossa per difendere Marine Le Pen, un «lo fanno tutti» che voleva aiutare, a un mese dalle presidenziali, la leader del Front National accusata da tempo della stessa pratica dall’allora presidente del Pe, Martin Schultz.
«Voglio potere dimostrare liberamente la mia buona fede e tutto il lavoro che ho svolto al Parlamento europeo», scrive Goulard nel comunicato di ieri. Una mossa sorprendente, che conferma gli standard non comuni che si è fissata la ministra. «Oltretutto non è lei la persona in prima linea in questo affare», dice la ex compagna di partito, Corinne Lepage. Nel 2014 Lepage ha rivelato in un libro che il leader del MoDem Bayrou «pretendeva» dagli assistenti al Parlamento europeo che lavorassero anche per il partito a Parigi. «Se Goulard è coinvolta è perché i dirigenti (Bayrou e Sarnez, ndr ) le hanno imposto di fare così», dice Lepage. Da un lato c’è l’oggettiva difficoltà di distinguere tra lavoro fatto per l’Europa e per la Francia, visto che la politica negli ultimi anni ha assunto una dimensione sempre più sovranazionale. Dall’altro c’è la rottura, di lunga data, tra Goulard e la salda coppia politica formata da Bayrou e Sarnez. Chiamandosi fuori per prima dal governo, Goulard mette in difficoltà entrambi. Bayrou parla di «ragioni personali di Goulard» (benché non lo siano affatto, come dimostra il comunicato), Sarnez fa capire che potrebbe a sua volta rinunciare.
Una grana molto imbarazzante per Bayrou, ministro della Giustizia che ha appena presentato il progetto di legge per la «moralizzazione della vita pubblica». Il rimpasto di governo a questo punto sarà più significativo del previsto.