La Stampa, 21 giugno 2017
Alitalia, da Lufthansa a Ryanair i pretendenti scendono a quindici
Sono circa 15 le società ammesse dai commissari straordinari di Alitalia alla «data room», che permetterà alle aziende selezionate di consultare per circa un mese i dati interni della compagnia. L’apertura di questa fase potrebbe essere prevista già per oggi con l’annuncio da parte dei tre commissari della lista dei nomi. Tra i 15 ci sono tutti i grandi vettori internazionali, come la tedesca Lufthansa, l’americana Delta Airlines, l’inglese British Airways, l’ex partner di Abu Dhabi Etihad e le due low cost Easyjet e Ryanair, oltre ad alcune società di handling che vogliono vedere i dati della società.
Le aziende ammesse quindi sono circa la metà rispetto alle 33 manifestazioni di interesse inizialmente presentate: si tratta di quelle con i requisiti richiesti dal bando pubblicato dai commissari scelti dal governo, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Le circa 15 società ammesse alla «data room» avranno tempo fino a metà luglio per consultare i dati, esclusi quelli più riservati per difendere il know how dell’azienda, e poi entro luglio presenteranno eventualmente le offerte non vincolanti. Dopo l’estate invece sono attese quelle vincolanti e per fine ottobre la procedura di vendita – nei piani della terna – dovrebbe terminare.
Il bando prevede la vendita della compagnia in blocco o anche pezzo per pezzo, il cosiddetto spezzatino. L’obiettivo più volte dichiarato dal governo è però quello di vendere Alitalia tutta intera, come anche il coordinatore della terna Luigi Gubitosi ha detto recentemente: «Il nostro obiettivo è la vendita in blocco. Cerchiamo qualcuno del settore con cui fare sinergie, ma guarderemo comunque a tutte le offerte senza preconcetti». Alcuni vettori hanno comunque pubblicamente manifestato l’interesse solo per alcune parti dell’ex compagnia di bandiera. Lufthansa ha interesse nella flotta e negli slot, i veri gioielli di Alitalia, mentre Ryanair ha detto di voler alimentare il feederaggio, cioè portare passeggeri dagli aeroporti d’Italia e d’Europa nell’hub di Fiumicino, per poi farli volare con Alitalia in giro per il mondo.
Nella compagnia intanto si continua a lavorare per mettere nero su bianco un nuovo piano industriale. In questi giorni i commissari sono al lavoro per studiare i precedenti progetti, mentre entro luglio è atteso un nuovo piano, che sarà l’architrave su cui verranno poi presentate eventualmente delle vere e proprie offerte. La scorsa settimana in audizione al Senato i commissari hanno elencato alcuni punti importanti per il futuro del vettore che saranno probabilmente contenuti nel piano, e cioè continuare a garantire i voli interni – che riguardano circa 13 milioni di passeggeri all’anno – potenziare Fiumicino e Linate, assicurare un’offerta importante sul lungo raggio. Sono questi ultimi voli a portare i maggiori guadagni per Alitalia, soprattutto quelli per il nord Atlantico, ma la joint venture con Delta e Air France-Klm limita la possibilità di aumentare le rotte e mette un freno alla crescita.
Un altro aspetto che i commissari stanno affrontando è quello relativo al taglio dei costi dell’azienda, per renderla sempre più appetibile sul mercato. Finora sono stati risparmiati circa 100 milioni di euro (un risparmio una tantum) per i contratti derivati sul carburante e l’obiettivo è recuperarne altrettanti rinegoziando quelli di leasing degli aerei e di fornitura. C’è anche il fronte lavoro: l’azienda ha fatto scattare la cassa integrazione a rotazione per 1.358 dipendenti (190 piloti, 340 assistenti di volo e 828 lavoratori di terra). Per 317 dipendenti dei settori commerciale e information technology la cassa sarà invece a zero ore, i sindacati temono che questi posti di lavoro possano presto trasformarsi in esuberi.