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 2017  giugno 20 Martedì calendario

I conti di Ronaldo. Cr7 ha 100mila motivi per venire in A

Parigi e il suo Psg in questo momento è la città che ha maggiori possibilità di accogliere la quarta vita (dopo Sporting Lisbona, Manchester United e Real Madird) di Cristiano Ronaldo. Ha l’ambizione e soprattutto i soldi necessari (si parla di almeno 200 milioni solo per il cartellino) per corteggiarlo. Ma come escludere un ritorno allo United, l’ipotesi Londra, come cadeau di riconciliazione del Chelsea a Conte, o un’offerta indecente dalla Cina? Al momento tutte le vie di fuga per CR7 da Madrid restano aperte. Anche perché quella del Ronaldo furioso è una storia strana che mescola amore e interesse. La passione con l’ambiente madrileno non è mai scoppiata davvero e la crisi si è aperta quando il quattro volte Pallone d’oro ha scoperto che il presidente Florentino Perez avrebbe chiesto ai giornalisti amici di dare la notizia dell’indagini per evasione da 15 milioni con le foto di Ronaldo con la maglia del Portogallo, e non del Real. 
Poi, c’è il vil denaro. Nel senso che dopo l’inchiesta nulla sarà più come prima. Ben che vada (come anticipato il 4 giugno da Libero) Cristiano scamperà la galera ma dovrà pagare una multa sopra i 50 milioni. E vedrà le maglie del Fisco stringersi ancor di più sulle molteplici attività calcistiche e non, che lo hanno portato in testa alla classifica dei paperoni dello sport stilata da Forbes con un reddito di 88 milioni di dollari nel 2016. È proprio qui che potrebbe aprirsi una possibilità per i club italiani. L’ultima manovra economica del governo (fine 2016) ha introdotto anche in Italia la cosiddetta “norma acchiapparicchi”. A chi intende trasferire la residenza fiscale nella Penisola viene offerta un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero con un forfait di 100mila euro per ciascun “anno” per cui viene esercitata. Tradotto: sullo stipendio milionario che guadagnerebbe anche qui, Ronaldo pagherebbe le normali aliquote IRPEF (alla fine il 43% su quasi tutto); mentre sulle varie attività sparse per il mondo avrebbe enormi vantaggi. E lo stesso Ronaldo ha recentemente dichiarato al Fisco spagnolo di possedere beni all’estero (proprietà, conti, ecc.) per 203,79 milioni di euro (anno 2015). 
«Occhio però spiega a Libero Federico Grigoli, commercialista partner dello studio Pirola Pennuto Zei & associati -, per i redditi immobiliari comunque si applicano le imposte del Paese in cui si trova l’immobile». Se per esempio Cristiano affittasse o vendesse degli alberghi in Portogallo dovrebbe versare le imposte stabilite a Lisbona. «Stesso discorso continua Grigoli per gli eventuali utili da attività commerciali che ha in Spagna». Anche in questo caso pagherebbe le tasse di Madrid.
E allora quali sarebbero i vantaggi per il portoghese? «Nel caso di attività o proprietà legate a società offshore sottolinea Grigoli Ronaldo potrebbe sanare tutti i suoi guadagni pagando l’imposta forfettaria da 100mila euro». Se il vero timore del Pallone d’oro è che le attività legate alle sue società offshore (per esempio le sponsorizzazioni) possano essere riportate e quindi tassate in Spagna, trasferendosi in Italia dribblerebbe gli sceriffi iberici e aprirebbe una nuova partita nel Belpaese forte del forfait da 100mila euro introdotto a fine 2016: risparmi da milioni di euro, tenendo presente però che Ronaldo dovrebbe mantenere la residenza in Italia per almeno 9 anni. 
Ed in questi meandri fiscali che potrebbero inserirsi le squadre italiane. La Juve al momento appare l’unica ad avere i numeri per un’operazione del genere (vedi Higuain). L’Inter? Prima deve risolvere il fair play finanziario con l’Uefa. Il Milan, le cui potenzialità economiche a oggi sono indefinite, potrebbe usare i soldi della cessione di Donnarumma e Bacca per avvicinarsi al campionissimo. Un acquisto che gli farebbe riguadagnare in un colpo solo il prestigio internazionale di un tempo e che sancirebbe a doppio filo il legame con Jorge Mendes (dopo l’affare André Silva ) alla faccia del nemico numero uno: Mino Raiola.