ItaliaOggi, 20 giugno 2017
Diritto & Rovescio
Mentre Emmanuel Macron disintegra i socialisti francesi, ridimensiona pesantemente i gollisti, mette all’angolo i lepenisti e si assicura la maggioranza assoluta in parlamento (anche grazie a una legge elettorale che non passerebbe mai in Italia), Pier Luigi Bersani continua con i suoi riti politici incomprensibili, celebrati in un italiano di cui lui solo ha il copyright. «Qui non siamo partiti con l’idea di fare un partitino», ammonisce Bersani. «Questa nostra iniziativa sta toccando un nervo e vedo tanta gente interessata. Non abbiamo ancora battezzato il bambino che c’è già molto da fare». E poi: «Chiariamoci: se non si ravvivano i valori di un centrosinistra plurale e largo, siamo già fuori». «Il Pd? Non è nelle condizioni di aggregare forze larghe di un centrosinistra plurale. Anzi, è respingente». A parte il fatto che un linguaggio del genere non è traducibile in inglese, se anche ci si riuscisse, che cosa ne potrebbero mai capire Macron o la Merkel? Per non parlare di Trump che pure, a sua volta, è un semplificatore estemporaneo?