13 giugno 1956
Gli inglesi lasciano l’Egitto
Le truppe britanniche hanno lasciato l’Egitto. L’estrema retroguardia delle forze che occupavano la zona del canale di Suez è partita oggi da Porto Said per Cipro, che è diventata la base inglese più importante alle porte del Medio Oriente. Altre basi restano, è vero, alle forze armate inglesi: terrestri e aeree in Libia e Giordania, soltanto aeree in Irak. Ma Cipro sembra più sicura perché si trova in un territorio di sovranità britannica.
L’accordo raggiunto verso la fine del 1954 dal Governo inglese e dal colonnello Nasser, prevede il mantenimento di una base militare nella zona del Canale, che sarà garantito da una ditta inglese: i soldati britannici partono e vengono sostituiti dagli egiziani, ma la manutenzione dei magazzini e delle enormi installazioni costruite nella zona di Suez verrà assicurata ancora per molti anni dagli appaltatori inglesi, i quali impiegheranno naturalmente soltanto personale civile. Il Governo di Londra potrà occupare la base con le proprie forze e servirsene a scopi militari soltanto nel caso di una aggressione nel Medio Oriente. Per i pericoli di piccole guerre locali e di colpi di mano, la partenza delle forze inglesi lascia un vuoto irreparabile: viene a mancare un forte elemento di stabilità, una garanzia di moderazione e di- equilibrio. SJ aggiunga che pochi mesi dopo aver raggiunto l’accordo con Londra, Nasser ha accettato le forniture d’armi sovietiche e ha ripreso l’agitazione militare nel deserto di Palestina. L’imminenza del ritiro inglese da Suez, invece di trasformare l’Egitto in un alleato dell’occidente, ha permesso ai sovietici di metter piede nel Medio Oriente e all’Egitto di accettare offerte commerciali e militari dei comunisti.
Le truppe britanniche erano sbarcate in Egitto’ ottantaquattro anni fa. per domare un’agitazione xenofoba. Partono lasciandosi dietro una xenofobia non meno aspra e certamente più pericolosa.
L’ultimo scaglione comprendeva undici ufficiali e ottanta uomini di truppa ed era comandato dal brigadiere generale Lacey, il quale ha consegnato l’edificio, occupato fino a stamattina, alle autorità egiziane. (da un articolo di Domenico Bartoli)