Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1958  luglio 24 Giovedì calendario

Hussein deciso a reprimere la rivolta irachena

Il re della Giordania,  Hussein, si prepara, con l’aiuto degli amici del mondo libero — così egli ha dichiarato in una intervista che la B. B. C. ha radiotrasmesso stasera — «a trarre in salvo l’Irak  dall’abisso in cui è caduto, vale a dire dall’orbita comunista». Re Hussein non ha voluto precisare quali misure concrete egli abbia in animo di prendere contro gli insorti iracheni, ma ha detto: «Farò tutto quanto è in mio potere per ristabilire la pace e  l’ordine nella parte irachena  dell’Unione Araba nel più breve tempo possibile». Il sovrano giordano ha attribuito all’Unione Sovietica la responsabilità di aver  fomentato la rivolta irachena e ha proseguito: «Spero che non si dica un giorno che nella nostra lotta per  difendere ciò che è giusto, e cioè la nostra indipendenza ed  integrità, i nostri amici ci hanno lasciati soli ». Hussein ha quindi definito i capi ribelli dell’Irak «marionette mascherate da  nazionalisti arabi» sottolineando che «in ogni attività, i  congiurati di Bagdad saranno contro l’Occidente». Per Hussein, il Presidente della R.A.U. Nasser è «un uomo senza onore», e tanto lui quanto i suoi seguaci a  Bagdad e in Siria lavorano individualmente e  collettivamente per i comunisti.

Re Hussein ha infine  affermato che l’Unione Sovietica non soltanto è dietro la  rivolta irachena, «ma è anche  l’ispiratrice della rivoluzione di tutto il Medio Oriente».