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 1957  febbraio 07 Giovedì calendario

Re Saud negli Stati Uniti

«Re Saud è stato accolto con grandi onori a  Washington (ma non a Nuova York). In fondo, è il Presidente Eisenhower che ha da far la corte a lui, e non lui al Presidente. È vero che egli, a forza di dissipazioni e di prodigalità, è sempre a corto di quattrini. Ma l’America ha bisogno della sua amicizia  assai più di quanto egli abbia bisogno di dollari. E le ragioni che rendono preziosa per l’America la sua amicizia sono tre. La prima: Dharan. La seconda: il petrolio. La terza: il fatto che il suo denaro è la pietra  fondamentale su cui è costruita l’associazione dei Paesi anti-occidentali del Medio Oriente: «Egitto, Siria, Giordania, Arabia Saudiana; e, se Saud si e staccasse, Nasser si affloscerebbe come un fantoccio vuoto. La diplomazia americana si è sforzata di persuadere, uno dopo l’altro, il ministro degli Esteri del Libano, Saud e il principe ereditario dell’Irak, Abd Il-Illah, della  necessità di costituire un blocco di moderati sotto la sua egida. E, per questo suo piano, punta su Saud. Questi, infatti, è nella coalizione anti-occidentale il membro che più probabilmente può essere indotto a staccarsi...»

Leggi qui tutto l’articolo di Augusto Guerriero sul Corriere della Sera