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 1953  agosto 16 Domenica calendario

A Baghdad Reza e Soraya piangono

Dall’Iraq si apprende che, giunto ieri mattina in aereo all’aeroporto di Bagdad, lo Scià avrebbe detto ai  funzionari iracheni, secondo quanto riferisce un testimone oculare: «Sono uno straniero e  desidero fermarmi qualche giorno a Bagdad»

Chieste le carte d’identità ai passeggeri dell’aereo, che non era atteso all’aeroporto di Bagdad, i funzionari hanno appreso di chi fossero alla presenza. Si sono allora affrettati ad avvertire la alte autorità governative irachese che attendevano sul campo l’arrivo di re Feisal di ritorno dalla Giordania. Le autorità si sono a  loro volta precipitate verso l’aereo iraniano per accogliere lo Scià e l’imperatrice. Il Governo iracheno ha subito impartito gli ordini necessari e lo Scià, l’imperatrice, un aiutante di campo e il secondo pilota dell’aereo sono stati condotti in automobile speciale verso la  residenza degli ospiti ufficiali del Governo iracheno. Un  testimone afferma che, allontanandosi a bordo dell’auto, lo Scià piangeva. Anche l’imperatrice era in lacrime. Mentre si trovava  all’aeroporto lo Scià ha brevemente  parlato alle autorità irachene, spiegando perché avesse  preferito venire nel vicino Iraq  piuttosto che recarsi in Europa o tra le tribù dei Bakhtiari, alle quali appartiene la famiglia dell’imperatrice. Le dichiarazioni fatte dallo Scià all’aeroporto sembrerebbero indicare che il suo soggiorno a Bagdad sarà breve; nessuna bandiera è stata comunque esposta sulla «Casa Bianca», la residenza dove ha preso alloggio lo Scià. Nel pomeriggio lo Scià e l’imperatrice hanno preso il tè a palazzo reale insieme a re  Feisal II e all’erede presuntivo emiro Abdullillah