Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1951  dicembre 24 Lunedì calendario

Mossadeq chiede soldi in prestito ai persiani. L’ostilità verso di lui della regina madre

Il Primo ministro persiano, dott. Mossadeq, in un discorso alla radio, ha rivolto ieri sera un appello al suo popolo perché sottoscriva entro i  prossimi due mesi un prestito  nazionale di dieci milioni di dollari, destinato a fornire allo Stato i mezzi finanziari di cui oggi esso difetta per la perdita dei redditi del petrolio. Dopo una burrascosa seduta a porte chiuse, il Senato ha  invitato iersera Mossadeq e i membri del Governo a  una riunione segreta da tenere oggi per spiegare il prolungarsi  della crisi petrolifera che aggrava la situazione del Paese.  Continuano, frattanto, i negoziati tra Mossadeq e la Banca  Mondiale sulla proposta della  Banca stessa per un  finanziamento dell’industria dei petroli  persiani. Pare che il Governo  dell’ Iran sia interessato alla  proposta, ma non si pronunci  definitivamente per tenere alto il più possibile il prezzo di  vendita del petrolio.
È stato confermato ieri che una settimana fa il Primo  ministro Mossadeq aveva deciso di rassegnare le dimissioni per l’ostilità della madre dello Scià al suo Governo. Il fatto  sarebbe accaduto il 16 dicembre,  allorché Mossadeq convocò il  ministro di corte per  comunicargli che aveva deciso di  rassegnare le dimissioni lanciando nel contempo un  radio-messaggio al popolo. In quella  occasione egli accusò la regina  madre di avere rapporti troppo stretti con l’ex-Premier Ahmad Qavan che nella stampa  d’opposizione era stato menzionato quale probabile successore di Mossadeq. Dopo dodici ore di negoziati, comunque, il Premier rinunziò ai suoi battaglieri  propositi.