Corriere d’informazione, 18 agosto 1948
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Ritratto di Reza Pahlavi, scià di Persia, in occasione della sua visita in Italia nel 1948
Non ancora trentenne, Moamed Riza Scià Pahlevi, «re dei re» dell’ Iran, è già da un settennio uno dei più ricchi, se non dei più potenti sovrani del mondo. La potenza? A parlargliene, Moamed risponde con sorriso amletico: «Eccovi uno Scià di Persia che dispone di minore autorità che qualsiasi uomo al mondo. Mi contenterei della metà di quella del re di Svezia». Egli pensa senza dubbio ai poteri illimitati esercitati per vent’anni dal suo illustre padre, Riza Pahlevi, che da una Persia medievale trasse, con le sue forti mani, il moderno Iran. Nel 1919, quando Moamed nacque, suo padre, d’origine campagnola, era ancora un semplice colonnello dei cosacchi persiani. Divenuto poi ministro della guerra e capo dell’esercito, il 3 febbraio 1921 un colpo di Stato lo portò alla dittatura, che si trasformò in impero quattro anni più tardi, quando la degenere dinastia dei Kagiari tolta di mezzo.
Strade, ferrovie, porti, stabilimenti, banche, scuole spuntarono come per incanto in ogni parte del Paese, riordinato e pacificato dall’inflessibile energia di quell’autocrate illuminato. I governatori ribelli furono debellati, le tribù nomadi disarmate, i pregiudizi sociali e religiosi fugati. Le donne furono emancipate, non senza resistenze, dalla clausura e dal velo e, soprattutto, le favolose ricchezze del sottosuolo nazionale vennero messe in valore. Perché, non occorre dirlo, la sua vera bacchetta magica Riza Pahlevi l’aveva trovata in fondo ai pozzi di petrolio. Da quando Michele di Romania è in esilio, Moamed è il solo monarca che guidi personalmente il proprio aeroplano; e questo aeroplano è di preferenza un rapidissimo monoposto di assai pericoloso maneggio. Egli pratica con entusiasmo anche la caccia, l’equitazione, l’automobilismo, lo sci, il nuoto e il tennis, insomma un po’ tutti gli sport. Sebbene nei primi anni di regno sia rimasto piuttosto nell’ombra e ancor oggi la sua attività politica sia strettamente limitata all’àmbito costituzionale, egli figurò in primo piano, accanto a Stalin, Roosevelt e Churchill, nella famosa conferenza di Teheran. Nell’ultimo biennio, coadiuvato dai fratelli e in ispecie dalla sua gemella principessa Asraf, moltiplicò le visite e le ispezioni fin nei più remoti angoli del suo vasto Paese, Vigoroso e snello, Moamed ha per sposa la più bella principessa d’Oriente: Fawzia, la sorella di re Faruk, che è però tornata da anni a vivere alla corte del Cairo, dopo avergli dato una figlia, l’intelligente e studiosa principessa Sciahaz.