Dieci anni di Repubblica, 8 aprile 1979
L’austerità di Nicolazzi
Impianti di benzina chiusi il sabato, la domenica e nei giorni festivi; uffici pubblici con turno unico fino alle 17.30; pubblicità luminose disattivate; vetrine spente dopo la chiusura dei negozi; enti e amministrazioni dello Stato con minor numero di auto a disposizione; voli poco redditizi soppressi: saranno questi i primi provvedimenti che il governo adotterà per ridurre nel nostro paese i consumi di energia.
Lo afferma il ministro dell’Industria, Franco Nicolazzi, che ha partecipato oggi, a Napoli, al convegno nazionale degli amministratori socialdemocratici.
Perché, tra le misure che sono state proposte dagli esperti del suo ministero, si comincia con queste?
«Perché mi sembrano quelle di più facile applicazione e capaci di dare risultati immediati. Non è pensabile però che da sole possano bastare. Ne faremo seguire immediatamente altre».
Quali, ad esempio?
«Ancora non posso dirlo. Intanto ho voluto che si conoscessero le ipotesi di risparmio energetico che sono state individuate dal comitato di esperti. Io penso però che non solo se ne possono individuare altre, ma che alcune di queste potranno essere applicate soltanto se c’è il consenso dell’opinione pubblica. Sulla limitazione delle riunioni sportive all’aperto in notturna, ad esempio, intendo procedere cautamente. Prima di formulare una proposta precisa, attendo il giudizio dei cittadini. Così pure sono convinto che bisogna limitare l’erogazione di benzina e del gasolio nelle zone di frontiera. Ma bisogna stare attenti a non disincentivare l’afflusso dei turisti nel nostro paese perché si darebbe un colpo alla bilancia dei pagamenti.
«La nuova austerità, destinata a cambiare molte abitudini e molti compartimenti sociali, avanza a passi veloci. Il ministro Nicolazzi proporrà il primo stock di provvedimenti al Consiglio dei ministri, tra alcune settimane. Entro aprile potrebbero essere emanati i relativi decreti-legge. Si era anche pensato di accelerarne l’attuazione in modo da farli scattare prima di Pasqua, ma non c’è stato assolutamente il tempo di farlo. A marzo il consumo dei prodotti petroliferi è aumentato, rispetto al ’78, del 10 per cento. È un livello rispetto al quale il paese non può reggere.
Ora si teme che nella settimana di Pasqua si registri un ulteriore incremento. Per questo si era pensato di anticipare i provvedimenti. «Invece – afferma il ministro – dovremo contare soltanto sul senso di responsabilità dei cittadini».
Ma anche se la nuova austerità parte entro aprile, siamo già in ritardo di vari mesi rispetto agli impegni presi in sede internazionale.
«Sì, il ritardo c’è ed è grave. Nessuna misura è stata presa nei mesi scorsi. Si è lasciato passare anche un periodo favorevole come quello invernale. Certe misure non avrebbero intaccato il turismo e sarebbero state anche di più facile applicazione. L’imminenza della stagione estiva non ci agevola per taluni atti riduttivi che riguardano gli stranieri».
Lei dice che vuole accelerare i tempi. Ma ancora un progetto definitivo d’intervento non c’è. Andrà avanti anche se alcune misure che ha preannunciato dovessero rivelarsi impopolari?
«Nell’applicare i provvedimenti seguiremo un criterio ben preciso: la difesa dell’economia. Non terremo conto del fatto di essere in campagna elettorale. Qualcuno ha già detto che la mia intenzione di non aumentare il prezzo della benzina nasce da demagogia e da un calcolo elettorale. Chi dice questo non tiene conto di una cosa: la linea che vogliamo perseguire è quella della riduzione del consumo. I paesi produttori, infatti, non ci chiedono aumenti sul greggio, bensì la diminuzione massima del consumo e hanno stabilito per ora la quota del cinque per cento».
Si è pensato alle reazioni che possono avere gli industriali, i sindacati, i commercianti e le altre categorie che saranno colpite dai provvedimenti?
«Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti. Nessuno potrà negare che, anche in una situazione molto pesante, stiamo studiando le soluzioni meno gravose che potevamo ricercare. Certo, a tutti piacerebbe evitare sacrifici. Ma di fronte all’incombente pericolo che il paese rimanga, in un prossimo futuro, privo di petrolio, mi pare che si possano accettare questi e altri provvedimenti che si rendessero necessari».
Pensa che la nuova austerità durerà molto?
«Non si può fare una previsione. Ma mi sembra abbastanza agevole prevedere fin d’ora, proprio perché siamo in ritardo, che i provvedimenti che adotteremo non saranno di breve durata. Non voglio drammatizzare, un governo non deve mai drammatizzare. Deve fare il suo dovere giorno per giorno. Però nascondere la gravità della situazione non sarebbe utile a nessuno».
Ha parlato anche di nuove misure e di soluzioni alternative all’impiego del petrolio. A cosa si riferisce?
«Posso dire che sono allo studio altre forme di recupero di energia. Ho già accennato alle molte centrali idroelettriche inattive dell’Enel. Sono più di quattrocento nel nostro paese. Posso aggiungere la riduzione dei consumi negli stabilimenti industriali, un maggior uso del carbone, le centrali termiche e un più diffuso impiego, su scala industriale, dell’energia solare».