4 aprile 1979
I misteri della finanziaria
«[...] La manovra di finanza pubblica è nuovamente espressa in termini di riduzione del disavanzo e del fabbisogno tendenziali. Il significato della manovra, anche perché è espresso mediante sette nozioni di disavanzo e di fabbisogno per 11 1979 e tre «soltanto» per il 1980 e 1981, è assai difficilmente comprensibile, almeno al non iniziati. E’ in parte imputabile a questa «oscurità» la quasi Indifferenza con cui la manovra di finanza pubblica disegnata nel plano è stata accolta. Tra l’altro l’oscurità ha reso possibili interpretazioni, anche autorevoli, riduttive del valore tecnico delle previsioni 1978-1979, ritenute sopravalutate, In misura tale da porre in dubbio 1 fondamenti della manovra proposta e 1 risultati che essa avrebbe conseguito. [...] Risulta così che tendenza alla crescita del livello della spesa pubblica, affermatasi dal 1970 con un aumento di circa 14 punti del reddito nazionale nei sei anni 1970-1975, ha trovato un momento di rallentamento nel 1976 e nel 1977, In cui la spesa è rimasta pressoché stabile intorno al 49 per cento del reddito nazionale. Ma la spinta a crescere è scoppiata nuovamente nel 1978. L’anno scorso la spesa pubblica ha toccato il 54 per cento del reddito nazionale (11 55,3 per cento con le regolazioni dei debiti pregressi). L’aumento della spesa pubblica, pari a cinque punti del reddito nazionale (a oltre sei con le regolazioni dei debiti), è per oltre tre quarti imputabile alla spesa di parte corrente [...]» (Franco Reviglio sul Corriere della Sera)