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 1979  febbraio 26 Lunedì calendario

«È banale ripetere che Napoli è una città sorprendente. I quotidiani cittadini vanno sfogliati con la lentezza dei giocatori di poker quando leggono le carte: la sorpresa è sempre in agguato

«È banale ripetere che Napoli è una città sorprendente. I quotidiani cittadini vanno sfogliati con la lentezza dei giocatori di poker quando leggono le carte: la sorpresa è sempre in agguato. E poi, banale o no, la cronaca (in ogni sua sfumatura di colore: rosa, bianca o nera) trova in questa città la palestra ideale. Se da una parte preme l’angoscia per i bambini colpiti dal virus micidiale ancora sconosciuto, dall’altra, proprio a Napoli, è sorta una banca del seme alla quale rivolgersi in caso di sterilità maschile. Tutto quello che altrove sarebbe accolto con diffidenza o con reazioni misurate, a Napoli si enfatizza all’istante. Pochi figli significa non avere una “famiglia completa”, non averne affatto una condizione infamante. Molti figli sono una “grazia di Dio”, “un segno della Provvidenza” ma, contemporaneamente, fatalismo misto a preoccupazione per il mantenimento dei piccoli. Ad una assistente sociale che propagandava, e giustamente, i contraccettivi, dai «bassi» di Fuorigrotta sono piovuti insulti e maledizioni. Come se avesse pubblicizzato sconcezze. L’Italia del pluribigamo siciliano ha il risentimento facile. In una corrispondenza del Corriere della Sera da Napoli, Adriano Baglivo informa che la banca del seme, contrariamente ad ogni  previsione, è scarsamente frequentata. I napoletani non solo si prestano malvolentieri alla donazione, ma le maggiori resistenze si incontrano nei padri che poi dovranno riconoscere per proprio il figlio nato dalla inseminazione artificiale. Credo di capire che non si tratta di sfiducia nei confronti del risultato, ma piuttosto nella segretezza dell’operazione. Nessuno è in grado di garantire al padre sterile che il donatore non si faccia bello del proprio gesto altruistico per via Partenope o per via Caracciolo e che quindi non provochi risatine e ammiccamenti al passaggio del padre legale con carrozzina e moglie. Hanno voglia i responsabili della banca a spiegare che il donatore è rigorosamente anonimo: dimenticano che lo scambio avviene in una città frequentata da lettere anonime, da pettegolezzi, da strizzate d’occhio. Meglio perciò, dicono i padri sterili, affrontare il dispiacere di non poter mettere al mondo figli piuttosto che averne uno che sia motivo, magari per una straordinaria rassomiglianza, di sospetti» (Maurizio Costanzo sul Corriere della Sera)