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 1979  gennaio 30 Martedì calendario

Grotowski alla Permanente

«[...] Poi ha cominciato a parlare lui, Grotowski. E raramente lo si è sentito più appassionato e partecipe. Ora, davvero,  parlando del romanticismo  polacco, fenomeno che non ha  riscontro per le sue implicazioni esistenziali e sociali nelle  culture di altri paesi, - risposta della vita alla storia -, andava alle sue radici e nello stesso tempo in qualche modo usciva allo scoperto: non più avvolto, cioè, come ci era apparso  finora, nelle teorizzazioni, spesso finalizzate a fini teorico-critici, ma anche deformanti, dei suoi esegeti. La continuità di una cultura, lo sbocco naturale di una tradizione, adattata, con genialità, attraverso il ritorno all’essenziale, alle nuove  esigenze espressive, trasparivano nelle sue parole. Ha parlato a lungo, rispondendo a  domande, ma più spesso traendone lo spunto per nuove variazioni e precisazioni, con quel suo  caratteristico sistema dialettico, della progressione  nell’argomento attraverso una serie di successive esclusioni. Non una parola sulle  esperienze delle attività cosiddette para-teatrali, su cui pure il CRT ha già programmato, con il Laboratorio di Wroclav, un nuovo seminario per il  prossimo autunno. Ma è chiaro che molti dei temi trattati da  Grotowski a quelle esperienze  alludevano; soprattutto quando ha parlato di liberazione dagli stereotipi e dalle maschere (sociali e teatrali) di ciò che egli chiama, coniando un verbo nuovo, il «disattorizzarsi», cioè cessare di rappresentarsi per «essere», semplicemente. Ecco: ma l’impressione di chi ascolta è che sia giunto a una svolta, il Gran Capo della  ricerca teatrale. Un giorno, e magari neanche tra non molto, tornerà a fare spettacoli, vedrete (Roberto De Monticelli riferisce, sul Corriere della Sera di oggi, intorno alla giorni  grotowskiana che, per iniziativa del CRT - Centro di ricerca per il teatro -, si è tenuta sabato e domenica al Palazzo della  Permanente, con una tavola  rotonda cui hanno partecipato studiosi, critici e qualche  teatrante e un pubblico abbastanza numeroso).