4 ottobre 1979
Quello che hanno fatto i sovietici in Africa e in Asia
«L’intervento russo - cubano dall’Angola all’Etiopia, con i 50 mila «soldati di ventura ideologica» offerti da Fidel Castro, è divenuto un’intrusione militare permanente nel cuore dell’Africa. Un generale sovietico, Vassilij Petrov, ha diretto prima il ponte aereo nella guerra di Menghistu contro la Somalia per l’Ogaden e poi le offensive contro l’Eritrea. Dall’Angola sono partite le incursioni dei ribelli zairesi nella provincia di Kolwezi, dove si produce gran parte del cobalto utilizzato dalla tecnologia aerospaziale degli Stati Uniti. Nel Sahara è stata equipaggiata con armi sovietiche e algerine la guerriglia del Polisario, indirizzata fra l’altro al sabotaggio della produzione di fosfati che il Marocco esporta in Occidente. Lungo la «via del petrolio» i sovietici hanno proceduto alla satellizzazione del Sud Yemen, collocando le loro navi nel golfo di Aden, e poi anche dell’Afghanistan, insediando dieci compagnie del loro esercito tra Kabul e Bagram a garanzia del regime di Hafizullah Amin. Nel Sud Est asiatico hanno fornito al «sub-imperialismo» di Hanoi i carri armati T53, T54, T59, i Mig, i missili Sam per invadere la Cambogia e opporsi alla rappresaglia cinese, ma non le risorse di cui si dice che il Vietnam ha bisogno per sopravvivere e fermare l’ondata degli espatri» (Alberto Ronchey sul Corriere della Sera).