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 1979  agosto 06 Lunedì calendario

Almeno 400 morti nella rivolta di Kabul

KABUL — Le truppe fedeli al presidente Nur Mohammed Taraki hanno ripreso il totale controllo della capitale dell’Afghanistan dopo i sanguinosi scontri dl domenica scorsa. La  sparatoria che ha caratterizzato la domenica, in seguito  all’ammutinamento di una parte della guarnigione della capitale, si è conclusa al calar della notte. Il coprifuoco è stato imposto nella capitale afghana dalle 8 di sera alle 4 del mattino. Stamattina la circolazione nelle vie della capitale è quasi normale: solo il quartiere di «Baia Hissar», dove sono avvenuti gli scontri, è vietato alla popolazione. Il governo ha fatto distribuire dei manifesti nei quali si afferma che «gli agenti della reazione sostenuti dal Pakistan e dell’Iran sono stati sconfitti», mentre automobili con altoparlanti percorrevano le vie della città per rassicurare la popolazione affermando che il governo aveva il totale controllo della situazione. Non è ancora possibile fare un bilancio delle vittime - si parla di 3-400 morti da una parte e dall’altra - degli scontri .di domenica. Nella sparatoria sono stati impiegati da parte governativa carri armati Testimoni degli scontri affermano di aver visto elicotteri MI-24 dl fabbricazione sovietica prendere di mira soldati in uniforme che tentavano di scavalcare i muri della caserma di «Bala Hissar» per cercare di rifugiarsi nelle vicine montagne: secondo altre testimonianze parte della caserma sarebbe stata rasa al suolo. Anche le vie del sobborgo dl Bala Hissar portano le tracce dei colpi esplosi dai carri armati che sono passati per le strade a tutta velocità per soffocare la ribellione. La ribellione di domenica è, secondo gli osservatori, la più seria alla quale abbia dovuto far fronte il regime marxista di Taraki dall’aprile dello scorso anno, quando si è impadronito del potere, più grave di quello di Herat del marzo scorso. Questo ammutinamento anche se ha potuto essere  rapidamente soffocato, non potrà non avere ripercussioni nell’esercito afghano duramente impegnato a soffocare la ribellione islamica.