13 ottobre 1979
Lettera di Montanelli a Prezzolini sul premio Nobel
Essendosi Prezzolini lamentato con Montanelli del fatto che il Giornale abbia ripreso la voce di una sua possibile vittoria al Nobel (««Io non sono uno scrittore, sono soltanto uno che scrive e vende i suoi scritti a chi li vuole pubblicare in giornali o libri»), Montanelli così gli risponde: «Caro Prezzolini, la notizia non era passata sotto i miei occhi. Quando la lessi già stampata, mi dissi: “Ora c’è da sentirlo...”, e infatti ti abbiamo sentito. Ma, visto che siamo in argomento, e anche a costo di farti prendere un’altra delle tue solite arrabbiature (che, a quanto pare, fanno bene alla tua salute, se seguiti a prenderle da quasi novantott’anni), lascia che ti dica fino in fondo ciò che penso. Non te lo daranno di certo, ma il Nobel a Prezzolini farebbe molto più onore al Nobel che a Prezzolini. Così come il Senato a vita farebbe molto più onore al Senato che a Prezzolini, il più grande animatore, ispiratore e impresario della cultura italiana di questo secolo. Ecco, ora l’ho detta e tiéntela. Toglimi pure il saluto, o scrivimi una seconda lettera di protesta: te la pubblicherò. Ormai ho perso ogni speranza di liberarmi di te, mio bisbetico e insopportabile, ma inimitabile e sempreverde maestro. A costo di procurarti addirittura un travaso di bile, ti avverto che noi del Giornale ci apprestiamo a erigerti una statua per il tuo centenario. E, salvo quelli a Stalin, il tuo sarà – credo – il primo monumento dedicato a un vivente».