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 2017  marzo 11 Sabato calendario

Napoli, blitz e sala negata. Salvini: vengo comunque

Alla fine è dovuto intervenire il ministro dell’Interno Minniti per assicurare al leader della Lega Salvini la possibilità di parlare oggi alla Mostra d’Oltremare a Napoli. Il responsabile del Viminale ha chiesto al prefetto partenopeo di garantire il diritto costituzionale a tenere la manifestazione programmata. Dopo il blitz di un gruppo di contestatori che avevano occupato la sala dove si terrà l’iniziativa leghista, la società della Mostra aveva rescisso il contratto e restituito 10 mila euro. Il leader del Carroccio aveva gridato allo scandalo. «Pazzesco. A Napoli non comanda lo Stato, ma i centri sociali?».
Tutto risolto? Fino a ieri sera non era ancora arrivato l’atto ufficiale della prefettura che obbliga la Mostra d’Oltremare ad aprire ai leghisti. Cosa che comunque viene data per scontata. Comunque si annuncia una giornata difficile per l’ordine pubblico vista la mobilitazione e le proteste dei centri sociali e del comitato «Mai con Salvini». A loro sostegno era intervenuto il sindaco De Magistris. «Non abbiamo bisogno di chi sparge odio e violenze: la Lega non è il nuovo, ha governato per anni. Loro vogliono che i soldi vadano in una sola direzione: il Centro-Nord. Le provocazioni le rispediamo al mittente. Napoli – ha spiegato De Magistris – è contro le politiche discriminatorie dei Mattei di turno, Salvini e Renzi. La storiella di Salvini amico dei napoletani il leader della Lega la vada a raccontare ad altri».
Oggi il sindaco di Napoli si unirà ai contestatori mentre Salvini darà il via alla prima manifestazione per lanciare, come candidato premier, il suo programma di governo e le proposte per il Mezzogiorno. La Lega vuole essere sempre meno Nord centrica e sempre più nazionale, anche se finora le prove elettorali delle liste «Noi con Salvini» sono state deludenti. Ma Salvini insiste, non demorde, nonostante le perplessità di Maroni e Bossi. Sostiene che «è finito il tempo delle divisione». Adesso, dopo l’intervento di Minniti e della prefettura di Napoli, potrà dire che: «L’Italia deve essere unita da Nord a Sud». E che gli agricoltori, i pescatori e gli artigiani del Mezzogiorno sono penalizzati dalle regole europee che impone loro una camicia di forza mentre subiscono la concorrenza sleale dei Paesi del Nord Africa dove le arance e altri prodotti agricoli vengono trattati con pesticidi fuori legge nelle nostre campagne e prodotti a costi notevolmente inferiori.
«Vado a Napoli con il sorriso, per una giornata di festa, proposta e liberazione. Non ho alcuna preoccupazione, le Forze dell’ordine sanno cosa fare. Domani sarà una giornata per persone perbene, famiglie, studenti, lavoratori. Napoli – precisa Salvini – non è De Magistris, non è rappresentata dai centri sociali, da quattro facinorosi figli di papà che amano fare a pugni per strada. Faccia il sindaco, non il capo ultrà».
Per Salvini «la battaglia è nazionale». «Bossi mi dice “interessati solo di Milano”. Io dico no perché avere giovani che lavorino a Napoli come a Reggio Calabria è fondamentale per tutti». Il segretario della Lega contava di fare due passi in centro e sul lungomare, ma dalla polizia gli è stato decisamente sconsigliato. Mercoledì è stato tutto il giorno a Napoli: ha fatto il giro dei quotidiani, delle tv e radio locali per «farsi conoscere e presentare il suo progetto politico». «Vogliamo rilanciare e superare tutte le “menate” di questi mesi: le primarie, la leadership. Prendiamo atto del fatto che il Pd è esploso, i 5 Stelle hanno i loro problemi, mentre noi rilanciamo il nostro progetto. Parleremo di cose da fare».
Oggi Salvini lancerà pure un piano industriale per il Mezzogiorno, scritto dal suo collaboratore Armando Siri che è anche l’estensore della proposta di flat tax, che prevede tra l’altro l’Alta velocità fino alla Sicilia e il «No alla svendita agli indiani dell’Ilva». Ora le parole d’ordine dei sovranisti della Lega è «prima gli italiani». Vedremo se oggi potranno spiegare tranquillamente la loro conversione nazionale. E soprattutto se Salvini sarà in grado di convincere i meridionali di avere cambiato pelle politica.