Il Messaggero, 12 dicembre 2016
Tredici milioni di italiani in città senza librerie
L’Italia è un paese di non lettori? Sì, certo. Se ne parla spesso e volentieri. Raramente però si analizzano seriamente le cause del fenomeno nella convinzione che faccia parte integrante del dna degli italiani. Ma come si fa a leggere se in gran parte del nostro paese mancano i libri, le librerie, le biblioteche, le iniziative di promozione della lettura? Eppure i dati parlano chiaro. Tredici milioni di italiani vivono in Comuni senza una libreria, come risulta da un’analisi promossa dall’ufficio studi dell’Associazione italiana Editori (Aie) che ne ha riferito alla Fiera nazionale della piccola e media editoria durante la giornata conclusiva di ieri. Inoltre, fatto ancora più grave, circa mezzo milione di studenti frequenta scuole che non hanno biblioteche e tre milioni e mezzo di loro hanno un patrimonio librario insufficiente e scarsa possibilità di scelta.
Le scuole. A tal proposito, va ricordato che nel mese di ottobre l’Aie ha attivato a livello nazionale un’importante iniziativa sul libro e la lettura, intitolata Io leggo perché, con l’obiettivo di incrementare il patrimonio librario delle scuole attraverso il coinvolgimento incrociato di diversi soggetti, ma, proprio in corso d’opera, è accaduto che le biblioteche scolastiche, invece di essere il fulcro operativo dell’operazione, sono state un ostacolo paradossale alla circolazione dei libri. A questo punto è scattata l’indagine che ha fatto emergere un problema ben noto a chi vive e opera all’interno della scuola. Dall’analisi è risultato, infatti, che le biblioteche scolastiche sono da molti anni nella più totale paralisi. Ci si è resi conto, inoltre, che a renderne impossibile una reale utilizzazione contribuiscono anche i vecchi ordinamenti scolastici secondo i quali non è permesso agli studenti di accedere alla biblioteca in orario di lezione.
Nell’insieme si tratta di impedimenti assai rilevanti che influiscono in modo determinante sullo stato di salute del libro e della lettura, oltre che sull’andamento del mercato editoriale. Se al problema delle biblioteche scolastiche si aggiunge quello della distribuzione delle librerie sul territorio si fa ancora più chiaro il quadro delle difficoltà del libro e dei potenziali lettori. Le librerie hanno sempre maggiori difficoltà a sopravvivere nei grandi centri urbani, ma nelle aree periferiche e disagiate del paese spesso nemmeno esistono.
Inchieste come questa non fanno che mettere in evidenza l’influenza positiva della presenza sul territorio di una rete distributiva adeguata e capillare. Secondo Giovanni Peresson, responsabile dell’inchiesta e dell’ufficio studi dell’Aie, nelle aree metropolitane e nei centri urbani maggiori, dove il tessuto delle librerie e delle biblioteche è fitto, i lettori si attestano rispettivamente sul 51,1% e sul 44,4%, ma basta spostarsi nelle periferie urbane per vedere scendere la percentuale al 42,8%, al 38,1% per i centri più piccoli tra 10/50.000 abitanti, al 39% per i comuni con 2-10.000 residenti, al 35% nei comuni che non arrivano a 2000 abitanti. Nelle isole e nel Sud, ma anche nel Nord Est la percentuale di assenza delle librerie si alza in modo vistoso.
La perdita del numero dei lettori negli ultimi anni registra la stessa tendenza in proporzione, maggiore nei centri disagiati, minore nei grandi centri urbani. Da molti anni si analizza il fenomeno che però continua a restare invariato.