Il Sole 24 Ore, 15 dicembre 2016
Il Parlamento Ue approva la riforma delle ferrovie
Il Parlamento europeo, riunito questa settimana in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato ieri l’attesa riforma del settore ferroviario, che permetterà la progressiva concorrenza nel trasporto passeggeri a livello nazionale, dopo la liberalizzazione del trasporto merci nel 2007 e del trasporto persone a livello internazionale nel 2010. L’approvazione del quarto pacchetto ferroviario, come viene comunemente chiamato, è giunta nonostante molti partiti fossero contrari.
Secondo la riforma, la fornitura di servizi per il trasporto ferroviario di passeggeri nazionali nei Paesi membri dell’Unione dovrà di norma essere assegnata tramite gare d’appalto. «Tali regole mirano anche a stimolare gli investimenti e lo sviluppo di nuovi servizi commerciali», ha spiegato ieri in un comunicato il Parlamento europeo. Il quarto pacchetto ferroviario prevede che l’apertura al mercato nei singoli Paesi possa avvenire in due modi.
Il primo modo è quello dell’appalto pubblico che diventerà da qui a breve «la procedura standard» per i contratti di servizio pubblico. Sempre secondo il Parlamento europeo, la nuova procedura dovrebbe aumentare l’attenzione per il cliente e ridurre i costi per il contribuente. Ci saranno, tuttavia eccezioni non banali. Le autorità nazionali potranno attribuire il contratto direttamente, e non attraverso una gara d’appalto, in due casi particolari.
Il primo caso è quando tale decisione porta a evidenti miglioramenti nel servizio. Il secondo caso è quando il servizio in questione ha valori medi annuali inferiori a 7,5 milioni di euro o a 500mila chilometri. Il secondo modo in cui la riforma prevede una graduale concorrenza nel settore ferroviario è quello più generale. Qualsiasi compagnia ferroviaria potrà offrire servizi commerciali concorrenziali sui mercati ferroviari europei per il trasporto passeggeri.
Al netto delle eccezioni già menzionate, i nuovi entranti potranno operare sul mercato del servizio commerciale del trasporto di persone dal 2020 in poi. Per quanto riguarda, invece, i contratti di servizio pubblico, l’apertura al mercato e l’organizzazione dei relativi appalti avverranno dal 2023 in poi. La riforma, naturalmente, impone ai gestori delle infrastrutture di garantire l’accesso non discriminatorio, evitando potenziali conflitti d’interesse.
Il pacchetto è stato approvato tra le proteste di alcuni gruppi politici. I Verdi, la sinistra radicale (Gue), e anche gli euroscettici del Front National hanno tentato di bloccarne l’approvazione. Sul fronte opposto, c’è stato invece apprezzamento. «Abbiamo dato dei limiti: reti e manutenzione resteranno pubbliche, quello che si mette a gara sono i servizi», ha notato in un comunicato David Sassoli, socialista italiano e relatore del provvedimento.