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 2016  dicembre 15 Giovedì calendario

Soler Factor

Alvaro Soler parla come mangia. E mangia bene. Un italiano perfetto, con qualche concessione alla madre Spagna nell’intercalare «bueno» e «basicamente». Ha 25 anni, è il re di YouTube del 2016 con «Sofia», il suo primo disco «Eterno agosto» è quasi di platino ed è stato la scommessa azzeccata nella cattedra di «X Factor».
Bello, bravo ed educato. Non ha paura che la sua immagine possa stancare?
«Non temo di essere noioso, sono contento di essere una persona educata che ha rispetto degli altri. Non vedo perché avrei dovuto mettere una maschera per andare in tv».
Il mondo dello spettacolo è dominato dagli estremi: come fa a restare lontano da ogni forma di gossip?
«Non ho niente da nascondere. Non sono nemmeno fidanzato. Domani in compenso arriva la mia famiglia da Barcellona. Non li vedo mai».
Ma c’è qualcosa che l’ha fatta arrabbiare?
«Ho imparato a non prendere gli attacchi sul personale. Ma non sopporto che sui social network trattino i Soul System come dei ripescati».
Non li aveva scelti nel suo terzetto e con Gaia sono i favoriti della finale: perché dovrebbero vincere loro?
«Perché sono unici nel trasmettere la loro voglia di farcela attraverso il lavoro. E poi sono la prima generazione di ragazzi di colore nati in Italia. Potrebbero dimostrare che anche in Italia si può fare musica internazionale in casa».
Cosa le piace degli altri tre finalisti?
«Gaia è stata la più giovane concorrente del programma, ma ha dimostrato una maturità musicale rara. Eva cantando trasmette la sua storia anche a chi non la conosce. Roshelle personalmente non mi piaceva, ma ha ragione Fedez quando dice che discograficamente è quella più a fuoco di tutti».
E tra i suoi colleghi giudici, chi era quello più a fuoco?
«Manuel Agnelli è la mia antitesi, ma ci siamo capiti al primo discorso: è una persona che ha tanto da dire. Con Fedez ho scoperto di avere gli stessi gusti musicali, lo ammiro per come si è costruito una carriera da solo: è un businessman tatuato».
Con Arisa è andata meno bene…
«È una donna imprevedibile, coraggiosa. Però in diretta abbiamo litigato perché mi ha mancato di rispetto parlandomi sopra. È importante saper ascoltare».
Per chiudere i bilanci, qualcuno sostiene sia l’ultimo «X Factor» di Cattelan..
«Non mi immagino il programma senza di lui: è un presentatore umile, con tanto cuore».
Quindi lei ci sarà ancora?
«Non so se lo rifarei, non ne abbiamo ancora parlato. È stata una grande esperienza: mi sono sentito parte di una storia televisiva, come fosse una serie. Questo mi ha aiutato ad avere una routine. Vivo una fase della mia vita in cui non so cosa farò domani. Sapere di essere qui dal lunedì al venerdì mi ha dato certezze».
Si è pure trasferito a Milano…
«Sì, ho preso un appartamento. Almeno non devo fare le valigie ogni volta. Ma la base resta Berlino».
Vivendo qui, cosa ha scoperto della musica italiana?
«Vasco Rossi e Jovanotti. E poi Giorgia, mi piacerebbe fare un duetto con lei».
A «X Factor» ha dimostrato di essere un grande esperto di musica: le sta stretta l’etichetta di uomo da tormentoni?
«Faccio musica senza pregiudizi: quando scrivo un pezzo non penso a fare una hit. Però sarei contento di dimostrare che la mia musica non è solo estate».
Che merito sente di avere nella crescita artistica dei Soul System?
«Ho definito il loro suono. E ora che il programma è finito inizierò a scrivere canzoni per loro. Voglio aprire una nuova pagina musicale».
Quindi è vero che il suo secondo disco spiazzerà tutti?
«Mi piace sorprendere. Magari scoprirete un Soler completamente diverso».