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 2016  dicembre 15 Giovedì calendario

Rulli Frulli, la banda che insegna a essere tutti uguali. «In tour con Jovanotti»

La musica la senti già in quel nome che non vuol dire niente e significa tutto: Rulli Frulli. All’inizio erano in sette. Adesso sono dieci volte tanto. Con una lista di attesa di altri 37 aspiranti musicisti. Già, perché i Rulli Frulli sono una banda. Un gruppo trasversale: ci sono bambini, adolescente e giovani. Tutti uguali anche se hanno dagli 8 ai 25 anni, anche se c’è fra loro chi ha la sindrome di down e chi soffre di autismo perché la musica non fa differenze e toglie le distanze. Questo progetto della Fondazione C.G.Andreoli è decisamente fuori dagli schemi ma sicuramente non «stonato». La strada dalle piazze di Finale Emilia a quella di San Giovanni a Roma, dove quest’anno hanno aperto il Concertone del Primo maggio, è lunga sei anni. In mezzo c’è stato il terremoto che poteva mettere in ginocchio la regione senza sapere che l’Emilia non ci pensava per niente a restare per terra.
I Rulli Frulli c’erano già, l’emergenza li ha rinforzati. «La scuola di musica era inagibile – ricorda Federico Alberghini, uno dei maestri di musica insieme con Federico Bocchi, Marco Golinelli e Sara Setti – ci siamo trovati a provare sotto un tendone. Tutti i giorni. Suonare e lavorare». Anche perché i Rulli Frulli gli strumenti se li costruiscono. Senza buttare via niente. Con materiale riciclato e un’esagerazione di fantasia. Sui cestelli da asciugatrice ci hanno messo una pelle della batteria ed ecco il tamburo. Con le mattonelle hanno fabbricato i pianoforti. Persino dalle grondaie di una casa crollata sono riusciti a tirar fuori le chitarre. E poi le racchette da ping pong, tutto ha la possibilità di avere una seconda vita. Anche loro.
L’inizio è quello delle marching band americane che attraversano strade e piazze per annegarle di note. Nei mesi del terremoto diventano un segnale di speranza. Contagiano una zona che aveva solo bisogno di crederci. Il nome si espande. Il copyright ce l’avevano i bambini. Gli era venuto così. Avevano pensato ai tamburi ai rulli, appunto, e poi è stato facile. Adesso è un brand. Hanno persino una sala per le incisioni completamente insonorizzata. Fanno tutto loro. Si scrivono anche gli spettacoli. Tanti ambientati nel mare. Curioso per loro che vengono dalla pianura. Forse c’è dentro quella voglia di infinito, di andare oltre e al di là. Sono una «ciurma» dal nome di uno dei loro spettacoli con le magliette dei marinai a strisce orizzontali. Sono finiti in un album di fumetti disegnato da Davide Toffolo e un giorno a Finale Emilia si sono trovati davanti Mika. Così sono andati a trovarlo al suo show a Milano, ospiti di lusso per suonare L’ombelico del mondo. E a quel punto era inevitabile che Jovanotti li ringraziasse su Facebook e li invitasse a sua volta al suo prossimo tour.
I Rulli Frulli sono lanciati. E quando si muovono è come se un po’ di cuore lasciasse Finale Emilia per andare a battere nel resto d’Italia. Ci vogliono due pullman, tre furgoni e un pullmino per trasportarli tutti. Con i genitori in prima fila a metterci energia, risorse e soldi. Tutto a parametro zero. Nessuna finalità di lucro. Quello che si guadagna viene subito reinvestito. Una piccola azienda che produce bene e lo esporta. E chi non suona, monta i palchi e gli scenari per gli spettacoli, tiene i contatti sui social, fa merchandasing. Il Primo maggio sono entrati nelle case degli italiani, un messaggio per ripetere che le cose si possono fare insieme e che siamo tutti uguali. E ce le hanno suonate per bene.