Corriere della Sera, 15 dicembre 2016
Vietato pareggiare (ai Mondiali di calcio)
Per l’Italia e gli italiani il biscotto è uno e uno solo: Svezia-Danimarca 2-2, Europeo 2004 in Portogallo. Quel pari preconfezionato tra scandinavi nell’ultima partita del girone eliminatorio rispedì a casa la Nazionale di Giovanni Trapattoni, fuori per la differenza reti perché terza classificata a 5 punti con le altre.
La storia del calcio è piena di vittorie, pareggi e sconfitte pilotate che la Fifa, ora, vuole azzerare. Il 9 e 10 gennaio il Consiglio della Fifa dovrà discutere se portare il Mondiale a 48 squadre (l’Europa nel caso avrà 16 rappresentanti al posto delle 13 attuali), ma si parlerà anche di una rivoluzione totale per il calcio: abolire il pareggio nelle partite dei gironi di qualificazione. L’ipotesi è semplice: ogni match terminato in parità verrà deciso dai calci di rigore. Ogni partita avrà così un vincitore, sempre e comunque.
La novità vuole ridurre al minimo le possibilità di «biscotti». Anche per questo il Mondiale sarà spacchettato in più gironi, sarà più lungo e con più squadre, 48 appunto se l’allargamento verrà approvato. Alla Uefa il maxi formato piace poco e verosimilmente ci vorrà tempo per ottenere un sì collettivo alla riforma. L’idea di abolire il pareggio trova invece terreno piuttosto fertile.
Il Mondiale a 48 prevede 16 gruppi da 3 squadre, con le prime due che si qualificano ai sedicesimi di finale. Si passerà così dalle 64 partite di oggi alle 80 totali, spalmate su 32 giorni di competizione. Nei primi 12 giorni di manifestazione si disputeranno i match del girone, poi dai sedicesimi si andrà avanti a eliminazione diretta.
Cancellare il pareggio significa rivoluzionare il calcio, non solo nel risultato, ma anche nella gestione della partita, in un senso e nell’altro. Le squadre piccole probabilmente tenderanno ancora più a chiudersi per giocarsi il tutto per tutto dagli undici metri contro i più forti, le grandi saranno al contrario incentivate ad attaccare. In ogni caso diventerà più complicato fare calcoli e bisognerà decidere se la vittoria ai rigori darà 3 punti o solo 2. Un dettaglio fondamentale e su cui molto si discuterà. Tutto va definito, ma la formula della differenza reti pare destinata ad andare in pensione, troppe volte non ha funzionato. I rigori a fine partita, uniti a un gironcino più snello e con una sola eliminazione, lasceranno in corsa tutte le squadre fino alla fine, costringendole a giocarsela. Si elimina di fatto il pareggio e si limitano così anche gli accordi su sconfitte larghe.
È pieno il calcio di eliminazioni sospette. Oltre all’Italia fatta fuori con un pareggio dall’Europeo 2004, è facile ricordare un altro caso che ci riguarda da vicino. Nel 1982 al Mundial di Spagna finito con il trionfo degli azzurri di Bearzot, l’Italia passa il primo girone con appena tre pareggi e con un discusso 1-1 con il Camerun nell’ultima partita. Sempre in Spagna nel 1982, calcolando bene la differenza reti, la Germania Ovest (che perderà poi in finale con l’Italia) batte l’Austria 1-0: un risultato che permette a entrambe di passare a spese dell’Algeria. Al Mondiale 1990, Argentina e Romania si accontentano dell’1-1 e fanno fuori l’Urss.
Il biscotto esiste da sempre, nel 1954 Brasile-Jugoslavia finisce 1-1, a casa la Francia. La differenza reti non è mai servita a contrastare le combine. Ai Mondiali di calcio si sono viste partite di tennis e clamorose (presunte) sconfitte. Il 6-0 dell’Argentina al Perù che qualifica da prima l’Albiceleste, l’1-0 nel 1974 della Germania Est contro i tedeschi dell’Ovest che perdono apposta per evitare Argentina, Brasile e Olanda. Abolire il pareggio è forse un altro sacrilegio, l’obiettivo è doppio: eliminare gli accordi e favorire lo spettacolo. Un’altra picconata al vecchio calcio.