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 2016  dicembre 14 Mercoledì calendario

Anche le donne sanno essere molto violente

Va di moda la bislacca idea che il mondo sarebbe un posto migliore se fossero le donne a comandare. In un libro appena uscito e scritto da Aldo Cazzullo si legge che «le donne sono meglio degli uomini» perché sanno sacrificarsi e prendersi cura degli altri, e insomma è arrivata la loro ora in un mondo che finora le ha tenute in disparte o addirittura discriminate. Detto con tutto il rispetto, niente di più banale. Soprattutto perché la storiella delle donne che avrebbero più abilità e diplomazia nel gestire le sorti di una comunità è tutta da dimostrare.
Basta dare un’occhiata al mondo animalista e vegano. Le più accanite, le più violente, le più fondamentaliste sono tutte irrimediabilmente femmine. Sono loro le paladine del naziveganesimo, una delle correnti di pensiero più in voga negli ultimi anni. Quelli che odiano di più i carnivori o come dicono loro i “mangiacadaveri” sono proprio loro, esseri umani di sesso femminile. Forse è un caso, forse dipende dal fatto che la (presunta) dolcezza può trasformarsi all’improvviso in collera spaventosa, specie quando vengono toccate le cose più care. Non so, ma è così. Quando ci fu l’ultimo terremoto in Nepal, fu una tale Antonietta Meta a esultare dicendo che era «una giusta punizione per un popolo che fa strage di animali, spero in una scossa più forte». E come dimenticare la nazivegana per eccellenza Daniela Martani, che commentò il sisma di Amatrice con la famosa frase, «l’amatriciana è stata inventata ad Amatrice, allora è il karma...», salvo poi accusare qualche misterioso hacker di averle rubato l’identità su internet.
Ma le follie non finiscono qui. La bestialità non ha freni neppure di fronte ai bambini, specie quando mangiano un hamburger o una bistecca. Roberta Montagna, una impiegata-modello di una piccola azienda di provincia, vede la foto di un bimbo che addenta un pezzo di carne e scrive: «Speriamo crepi di cancro da giovane». Così, senza problemi. E quando le viene chiesto se davvero è convinta di quello che ha scritto, freddamente risponde: «Tanta gente muore giovane, lo dico a tutti quelli che mangiano carne». Pure Lorena Gargano, una signora di Lodi, vede la foto di un bambino al primo giorno di caccia con tanto di fucile e preda ammazzata e sbrocca: «Spero ti venga un cancro, piccolo bastardo». Qualche giorno fa, pochi secondi dopo la morte di un veterinario-cacciatore, Luciano Ponzetto, scivolato in un burrone (e già massacrato su Internet per una foto accanto a un leone morto dopo una battuta di caccia grossa in Africa), le più scatenate erano loro, le donne superanimaliste. «Io godo» esclamava Maria Carla Rollieri, «Grazie al cielo» diceva un’altra, Fiorenza, e «Uno di meno» gridava esultante Rita Zanazzo, come se il mondo si fosse liberato di un pericoloso tiranno. Roba da matti. Ovviamente, sono tutti nomi di persone sconosciute, gente comune, spesso madri di famiglia, ragazze e signore che nei loro profili su Facebook mettono foto dolcissime con cani e gatti addosso. Dentro, però, hanno una rabbia feroce. Per Anna Longini «gli animali si sono vendicati, quel povero individuo frustrato non esiste più, uno sputo in sua memoria», mentre Silvia Baldi esplode di gioia in un «Ti sta bene schifoso, sulla Terra c’è una merda in meno», e a Barbara Donnini dispiace solo «che non sia morto impallinato da uno stronzo come lui». Ancora. Secondo Mariolina Melis ora c’è «un bastardo in meno», senza dimenticare una certa Manuela Bonazzi: «È stato punito per tutto il male che ha fatto. Ben gli sta, che bruci all’inferno, assassino!».
Ecco, i teorici del “tutto il potere alle donne”, quelli che il pianeta guidato dalle signore sarebbe un luogo straordinario finalmente libero da guerre e storture, sono serviti. Di ferocia ne hanno, e pure in abbondanza.