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 2016  dicembre 14 Mercoledì calendario

Assalto a Silvio
. I francesi al 12,3% di Mediaset



La battaglia attorno a Mediaset per il momento, ha fatto felice soprattutto la Borsa. Il titolo ha guadagnato ieri il 32% a 3,58 euro dopo aver fatto una puntata a 3,68 euro (+35%). La famiglia Berlusconi certamente non ha gradito il blitz di Vivendi. Resta il fatto che per effetto del rialzo delle quotazioni provocato dalla scalata il patrimonio della dinastia è salito di circa 300 milioni. Invece alla Borsa di Parigi Vivendi ha perso l’1%. Nonostante il nuovo tesoro che si sta accumulando nella casse della Fininvest (la cassaforte di famiglia) a casa del Cavaliere non hanno preso bene la notizia dell’assalto architettato dall’ex amico Vincent Bolloré maggior azionista e presidente di Vivendi.
Il finanziere francese ha annunciato ieri sera di essere già salito dal 3,01 al 12,3 e punta ad arrivare al 20. Ha già speso più di 300 milioni e vuole andare avanti. Evidentemente una mossa di disturbo considerando che il controllo di Mediaset è saldamente nelle mani della dell’ex presidente del Consiglio. Oltre al 38,2% (si arriva al 39,775% del capitale avente diritto di voto) in possesso di Fininvest, che è stato raggiunto grazie al 3,527% acquistato ieri, c’è un altro 3,8% di azioni proprie possedute dalla stessa Mediaset. Inoltre il gruppo, a quanto risulta, sta chiamando a raccolta i grossi calibri del sistema bancario italiano come Intesa e Unicredit per costruire una cintura di sicurezza attorno al Biscione. Basta un altro 5% per arrivare alla maggioranza assoluta senza dover fare l’Opa.
Tuttavia arrivando al 20% Bolloré potrebbe costituire una minoranza di blocco che gli darebbe spazio nelle assemblee dei soci. Potrebbe anche incidere sulla gestione con la richiesta di informazioni. Non più un blitz ma operazioni di guerriglia per stancare gli assediati. Per contrastare l’iniziativa di Bolloré, la Fininvest ha comunicato di avere presentato ieri mattina una denuncia per manipolazione di mercato alla Procura di Milano e, per conoscenza, anche alla Consob. A preparare l’atto è stato l’avvocato Niccolò Ghedini. Nel ricorso i francesi sono accusati di manipolazione di mercato. La nuova raffica di carta bollata segna la ripresa delle ostilità giudiziaria sull’asse Milano-Parigi.
Il precedente. Una mossa dovuta, secondo Fininvest, che tende a proteggere i propri interessi e quelli della società televisiva sotto scacco da fine luglio. Da quando, cioè, il gruppo transalpino aveva compiuto una giravolta clamorosa.

Bolloré aveva annunciato che non avrebbe onorato il contratto con cui, l’8 aprile, aveva formalizzato l’intenzione di rilevare Premium. Secondo Ghedini tutta l’operazione è stata architettata da Vivendi per far crollare il valore di Mediaset che infatti ha perso il 30%. Quando il valore del titolo ha toccato i minimi assoluti è partita la scalata.
Sia Mediaset sia Fininvest hanno dichiarato che quella compiuta dall’ex amico Vincent Bolloré è una mossa ostile. A luglio il Cavaliere aveva rifiutato la nuova offerta arrivata da Parigi. Non più la totalità di Premium e il 3,5% di Mediaset come previsto dal contratto di aprile ma un copione del tutto nuovo. I francesi proponevano di acquisire il 15% del gruppo milanese oltre al 20% di Premium. Pagava con il 3,5% di Vivendi. Berlusconi aveva respinto sdegnosamente l’offerta e si era rivolto al tribunale per il rispetto del contratto di aprile.
Nelle ultime settimane il clima era sembrato di nuovo sereno. Si stava lavorando ad una spartizione di Premium con l’ingresso anche di un socio in funzione arbitrale (si parlava di Telefonica che già possiede il 10% della pay tv italiana). Martedì il colpo di scena: da Parigi fanno sapere di aver iniziato la scalata.
È solo l’inizio. Dal punto di vista di Bolloré Mediaset rappresenta il punto di ingresso non solo in Italia ma anche in Spagna dove il gruppo italiano vanta una presenza ben radicata. Questo è quindi solo l’inizio, commentano gli analisti di Mediobanca Securities, giudicando la mossa del gruppo francese «aggressiva» a conferma «che abbiamo avuto ragione in passato nel suggerire un interesse di Vivendi per Mediaset nel suo complesso, non solo per la pay-tv».
D’altra parte un gruppo come quello italiano (leader nella tv commerciale in Italia e in Spagna, con forti competenze nella produzione di contenuti, con un business della pay-tv consolidato) è una pietra miliare per chiunque abbia intenzione di creare una piattaforma multimediale, con una forte attenzione al Sud Europa. «Questa è quindi solo la prima pagina di una nuova storia: è probabile che sarà Vivendi ad aumentare la partecipazione in Mediaset, mentre la famiglia Berlusconi potrà esplorare le altre opzioni disponibili. Per esempio Fininvest potrebbe aumentare leggermente la sua quota, accelerare sul dossier Premium eventualmente trattando un accordo con terzi». Si è parlato di Sky ma appare una strada impervia.
Come si vede sono in pochi ormai a credere che sia possibile immaginare una collaborazione fra Vivendi e Mediaset. Proprio per questo gli analisti di Banca Akros si spingono più in avanti. Immaginano che, alla fine la famiglia Berlusconi potrebbe anche decidere di passare la mano. In base ai loro calcoli il valore complessivo di Mediaset è di circa 2,5 miliardi. Un valore quasi doppio rispetto all’attuale quotazione di Borsa (1,3 miliardi). L’incasso per la famiglia Berlusconi sarebbe consisitente: il quasi 40% di Mediaset in portafoglio a Fininvest verrebbe pagato poco meno di 1,2 miliardi. Ovviamente si tratta per il momento di fantasie. Tuttavia Bolloré sembra davvero intenzionato a costruire il suo network europeo mettendo insieme tv e telefoni. In Italia controlla Telecom. Ora punta su Mediaset.