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 2016  dicembre 10 Sabato calendario

Azioni e bond, ecco i rischi per i risparmiatori

1. Quali rischi comporta la nuova crisi di Mps?
I rischi per i risparmiatori, nella speranza che nessuno di loro abbia più in mano titoli azionari, riguardano essenzialmente i detentori di obbligazioni subordinate: negli ultimi anni Mps ne ha emesse per oltre 5 miliardi ed alla clientela retail è andata in particolare una emissione del 2008 da 2,16 miliardi. In caso di salvataggio pubblico, in base alle ferree regole del «bail in» già applicate l’anno passato a Banca Etruria, Banca Marche Carife e Carichieti, queste obbligazioni sono le prime a venire azzerate al pari delle azioni. Un rischio immediatamente percepito ieri dal mercato: il subordinato Tier3 di Mps con scadenza settembre 2020 ha infatti perso l’11% e il maxibond da 2 miliardi l’8,2%.

2. A quali pericoli vanno incontro i correntisti?
I 5 milioni di correntisti del Monte, come del resto tutti i risparmiatori italiani, sono protetti sino ad un massimo di 100 mila euro per deposito. Oltre questa soglia in base alle regole europee non ci sono invece protezioni.

3. C’è un rischio contagio col resto del settore bancario?
Ogni volta che i titoli di Mps crollano in Borsa in maniera così violenta inevitabilmente influenzano i corsi delle altre banche quotate. Dunque, se ieri il Monte ha perso il 10,5% altri istituti che pure non hanno problemi di ricapitalizzazione come Banco Popolare e Bpm sono andati in rosso anche se in misure più contenuta perdendo il 3-4%. Unicredit, che a sua volta ha allo studio un piano di rafforzamento patrimoniale più che doppio rispetto a Mps, e proprio in questi giorni ha avviato un robusto piano di dismissioni, ha invece sofferto molto meno perdendo solo il 2,3%. Più in generale è chiaro che se un Paese non è in grado di salvare una delle sue banche più importanti il clima di sfiducia che si genera rende più complicate tutte le altre operazioni di salvataggio o rafforzamento già programmate. È per questo che viene evocato il rischio contagio.

4. Cosa può fare il governo?
Il governo, per quanto dimissionario, ha pronto un decreto per ricapitalizzare Mps come alternativa all’operazione di mercato orchestrata da Jp Morgan e Mediobanca che ora, complice la crisi dell’esecutivo, si è arenata. E visto il precedente di un anno fa si punta limitare al massimo il danno a carico dei 40 mila obbligazionisti che detengono titoli subordinati. Per questo tra le ipotesi avanzate c’è anche quella che prevede che il Tesoro rilevi direttamente questi titoli per poi convertirli in azioni. Il provvedimento, proprio per mettere in sicurezza una volta per tutte (si spera) l’intero sistema, dovrebbe contenere poi una serie di misure a favore delle altre banche che hanno bisogno di nuovi capitali (Carige, Pop Vicenza e Vento Banca) o che faticano ad essere ricollocate (come le 4 good bank) assicurando maggiori risorse al Fondo di risoluzione ed introducendo correttivi in campo fiscale e alle norme sulle banche popolari e Bcc.