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 2016  dicembre 14 Mercoledì calendario

E l’ala 5 Stelle anti-Virginia torna ad alzare la voce. «Di questo passo rischia»

Una cosa è certa. C’è un fronte ampio, nel Movimento 5 Stelle, che non pensa affatto che Paola Muraro possa mai riavere le deleghe appena abbandonate. «Se se la riprendessero si aprirebbe un buco nero – rivela un deputato – e allora Carla Raineri? E Marcello Minenna? L’ex assessore al Bilancio ha parlato con Beppe, sono ancora in buoni rapporti, perché non far rientrare anche lui visto che al suo posto abbiamo quel Mazzillo, un ragazzino che stava nel Pd?».
Non sono affatto pacificate, le anime del Movimento che – da mesi – guardano attonite alle scelte di Virginia Raggi: mantenere come assessora ai Rifiuti una persona indagata per illeciti proprio sui rifiuti; triplicare lo stipendio a un attivista, Salvatore Romeo, promuovendolo da semplice dipendente a capo della segreteria politica; affidare la potente e delicata macchina comunale a un uomo come Raffaele Marra, già braccio destro dell’ex ad di Ama arrestato per Mafia Capitale Franco Panzironi, dell’ex sindaco Gianni Alemanno, dell’ex presidente della Regione Renata Polverini, tutti finiti in scandali e inchieste. Un uomo di cui Beppe Grillo le ha chiesto più volte di fare a meno, ma su cui Virginia Raggi ha tenuto duro fino all’ultimo, promuovendolo a capo del personale e permettendogli di promuovere – a sua volta – il fratello Renato alla direzione del turismo. Tutto questo è visto con orrore da chi crede che il Movimento – a Roma – avrebbe dovuto dimostrarsi diverso dalle altre forze politiche, oltre che capace.
C’è di più: il direttore generale di Ama Stefano Bina, nominato poco più di tre mesi fa su indicazione di Davide Casaleggio, è pronto a lasciare anche lui: perché la neo amministratrice unica Antonella Giglio avrebbe fatto nomine per blindare gli uomini della Muraro senza tenere in considerazione le sue opinioni. Bina – secondo quanto rivela l’Adnkronos – potrebbe parlarne con lo stesso Casaleggio e con Beppe Grillo, oggi a Roma per organizzare le proteste dei parlamentari contro il governo Gentiloni. I due lo inviteranno a desistere, per evitare un ulteriore vulnus nella gestione della città. Ma non potranno che prendere atto dell’ennesimo pasticcio.
Come lunedì sera, quando Grillo – appena finito lo spettacolo a Genova – ha dovuto parlare con Raggi dell’avviso di garanzia e delle dimissioni di Muraro, argomento talmente spinoso – dopo quanto accaduto a settembre – che il responsabile enti locali Luigi Di Maio se ne chiama fuori categoricamente: «Ho saputo tutto a cose fatte – dice a Repubblica – ho ricevuto un sms quando ho riacceso il telefono, dopo lo show di Beppe. La decisione l’hanno presa la sindaca e i consiglieri, com’è giusto che sia».
Ma nonostante il vicepresidente della Camera prenda ora le distanze, gli oppositori di Virginia non sono affatto pacificati. «A questo punto ci deve pensare la magistratura, noi quel che dobbiamo fare l’abbiamo fatto», dice un deputato allargando le braccia. La voce che da settimane rimbalza tra i parlamentari è che sulla sindaca di Roma possa piombare un’indagine per abuso d’ufficio: «Quella roba lì di Romeo non si può fare, per non parlare di Marra. Non ci vuole chissà quale inchiesta e se le arrivasse un avviso di garanzia non ci saranno scuse: a quel punto Virginia dovrebbe dimettersi».
Quello che per i vertici – dopo l’esposto dell’ex capo di gabinetto Carla Maria Raineri – è un timore da scongiurare, per l’ala anti- Raggi del Movimento è diventata una speranza. Dal canto suo, la sindaca, che ha spinto alle dimissioni Paola Muraro, continua a sentirsi al sicuro: «Avete visto Roberta Lombardi? Dopo quell’intervista in cui diceva che in Campidoglio c’è ancora Mafia Capitale ha dovuto fare un post riparatorio. Facciano quel che vogliono, io vado avanti. Non mi interesso ai giochi di palazzo».