Corriere della Sera, 10 dicembre 2016
Tags : Politica Politici Donne Corea del Sud Park Geun-hye
La presidente e la sciamana. Lascia la leader della Sud Corea
La vita politica di Park Geun-hye (foto), prima donna presidente della Corea del Sud, è finita. Il Parlamento di Seul ha votato 234 a 56 per l’impeachment della signora, accusata di essersi fatta manipolare da una consigliera occulta (con la passione per l’occultismo) e di aver tramato con lei per estorcere decine di milioni di dollari in tangenti agli industriali. La pratica passa alla Corte costituzionale, che ha 180 giorni per decidere sulla destituzione di Park. Il mandato di Park, entrata alla Casa Blu di Seul nel 2013 con un programma riformista e autoritario, sarebbe scaduto comunque a inizio 2018. Dopo il voto di impeachment Park è andata in tv e si è scusata per «aver creato questo caos nazionale con la mia negligenza». Corruzione e caduta ignominiosa dei leader non sono una novità a Seul, ma i contorni da telenovela hanno reso straordinario il caso di Park Geun-hye. E sotto i riflettori sono finiti anche i padroni dei «chaebol», gli enormi gruppi industriali che controllano l’80% dell’economia e godono di collusioni e protezioni storiche. Lo scandalo è scoppiato a ottobre, quando qualcuno ha passato alla stampa un tesoro di email che denunciavano un legame di sudditanza psicologica della presidente Park, 64 anni, con Choi Soon-Sil, 60 anni, l’amica della vita.
Choi è figlia di un ex poliziotto diventato santone che negli anni 70 era stato consigliere del padre di Park, ai tempi dittatore a Seul, e a quanto pare ha ereditato qualche «potere mistico» con il quale ha soggiogato l’amica Park. Nonostante non avesse alcuna posizione ufficiale, Choi scriveva o correggeva i discorsi di Park, aveva accesso a documenti di Stato, sceglieva anche i vestiti della presidentessa, suggerendole i colori più adatti in base ai giorni della settimana. Questa figura oscura che la stampa coreana ha definito «una sciamana, una nuova Rasputin», è accusata di aver sfruttato il suo rapporto con la Casa Blu per estorcere somme ingenti ai gruppi industriali del Paese, compresi Samsung, Hyundai, Lotte, Hanjin. Si parla di 69 milioni di dollari. Ora Choi Soon-sil è in carcere e ha ammesso: «Merito la morte per quello che ho fatto».