Il Messaggero, 10 dicembre 2016
Da Berlino a Madrid 3.200 miliardi di aiuti agli istituti dal 2008
I precedenti. ROMA Secondo stime della Commissione Ue, gli stati membri, tra ottobre 2008 e dicembre 2012, tra liquidità e garanzie, hanno aiutato le banche con oltre 1.600 miliardi. Stando a calcoli di Mediobanca, la cifra alla fine del 2013 dovrebbe essere salita a quasi 3.200 miliardi.
Germania. La Germania è tra i paesi europei che non hanno lesinato negli aiuti alle banche. Per salvare la Commerzbank lo Stato è intervenuto con 18 miliardi, che hanno fatto salire la sua quota al 25% del capitale. Nel 2008 ci sono poi i 14 miliardi alla BayernLb, i 35 (in garanzie, con un gruppo di investitori) alla Hypo Real Estate e i 9 alla Ikb. Nel 2009, 6,5 miliardi sono andati alla Sdb e 13 alla Hsh Nordbank. Anche le landesbank hanno ottenuto complessivamente diversi miliardi e Sparkasse KolnBonn ha avuto 650 milioni.
Grecia. Nel 2010 la Grecia aiutò le banche a rischio con 10 miliardi, grazie al prestito ottenuto da Ue e Fmi nell’ambito del piano di salvataggio. Altri 25 miliardi sono arrivati nel 2013, con il secondo salvataggio, e altri 10 con il terzo nel 2015.
Irlanda. Dal 2008 l’Irlanda ha usato circa 64 miliardi pubblici per salvare le banche, molti dei quali sono andati alla Anglo Irish e alla Irish nationalwide Building Society. Dopo aver aperto un ombrello statale per salvarle dalla bancarotta, nel 2010 l’Irlanda è stata costretta a chiedere un salvataggio Ue-Fmi da 70 miliardi.
Spagna. Non riuscendo a salvare il suo sistema bancario senza mettere a rischio la solvibilità dello Stato, nel 2012 ha chiesto un salvataggio Ue-Fmi per 100 miliardi. Alle banche sono andati 41 miliardi che il Governo spera di recuperare per poter a sua volta rimborsare il suo debito contratto con i creditori internazionali. Ma finora ne ha riavuti solo 3.
Portogallo. Anche Lisbona ha ottenuto un piano di aiuti da 80 miliardi dopo che nel 2008-9 Bpn e Bpp rischiavano il crollo sulla scia della crisi iniziata dalla Lehman Brothers.
Regno unito. Sono circa 60 miliardi i fondi andati alle banche del Regno Unito. Nel 2009 Londra ha sostenuto i Lloyds con 19 miliardi di euro, diventandone azionista al 43,5 per cento. La quota è già scesa e dovrebbe tornare privata l’anno prossimo. Alla Royal Bank of Scotland sono andati 40 miliardi, e lo Stato detiene ora il 70% della banca, contando di cederla a privati entro il 2020. Anche la Northern Rock è stata nazionalizzata grazie a oltre 30 miliardi.