Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  dicembre 11 Domenica calendario

Il (poco) verde nelle città. 31 metri quadrati per abitante

Ogni persona che vive in un capoluogo italiano ha a disposizione 31,1 metri quadrati di verde. Il dato fornito da Coldiretti, su base Istat, è chiaramente una media. C ome ammoniva il poeta Trilussa, però, la statistica è quella scienza che se uno mangia un pollo e un altro no alla fine i due hanno mangiato mezzo pollo. L’osservazione non è così banale come può sembrare. Ai Materani che dispongono di 988,1 metri quadri a testa fanno da contraltare i Nisseni con appena 2,7.
A essere più virtuose sono le città del Nordest (50,1 metri quadrati) che hanno aree più che doppie rispetto al Centro, Nord-ovest e Isole. Il Sud (42,5) si difende grazie ai capoluoghi lucani. Invece, se si guarda la classifica dei capoluoghi di provincia in testa c’è Matera con quei 988,1 metri quadri e poi Trento (401,5), Potenza (370,9), Sondrio (312,4), Terni (149,2), Pordenone (141,8), Gorizia (131,8), Reggio Calabria (103) e Verbania (101,6). Maglia nera è Caltanissetta (2,7) che «batte» Crotone (3,1), Taranto (3,1) Trani (3,5), Trapani (5,5), Isernia (5,8) e Genova (6,2). Fra le metropoli Milano (17,2) è 73esima e precede di una lunghezza Roma (15,9). Va meglio Torino (21,7) che è 56esima mentre fanno peggio Napoli (11,3) che è 93esima e Palermo (10.5) 95esima.
«I numeri sono preoccupanti – spiega Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti che ha 1,5 milioni di associati – perché le aree verdi nei capoluoghi sono solo il 2,7 per cento del loro territorio». Dati che hanno conseguenze. «La prima è per la salute, perché la combinazione dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità di spazi verdi – prosegue – favorisce lo smog. Non si pensa mai che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria sino a 250 grammi di polveri sottili: un ettaro in più di piante elimina 20 chili di smog in un anno. Per questo bisogna che le amministrazioni investano in modo strutturale e lo Stato deve incentivare i privati con defiscalizzazioni degli interventi su giardini con meccanismi simili a quelli previsti per il risparmio energetico». I benefici potrebbero essere molteplici. «Più verde significa combattere il dissesto idrogeologico – conclude Moncalvo – e l’inquinamento, che è tornato alla ribalta con i blocchi al traffico».
I divieti di circolazione, infatti, sono scattati in diverse città per i mezzi più inquinanti. A Milano partono oggi le misure previste dal «Protocollo regionale sulla qualità dell’aria» visto che è stato superato il limite giornaliero di PM10 di 50 microgrammi per metro cubo per sette giorni consecutivi. Stop quindi, dalle ore 7,30 alle ore 19,30, ai veicoli Euro 0 benzina e Euro 0, 1 e 2 diesel. Alt alle auto private Euro 3 diesel senza filtro antiparticolato dalle 9 alle 17 e ai veicoli commerciali Euro 3 diesel senza filtro antiparticolato dalle 7,30 alle 9,30. In più in casa bisognerà abbassare la temperatura dei riscaldamenti a 19 gradi.
A Roma oggi tornano le domeniche ecologiche (7.30-12.30 e 16.30-20.30), mentre i limiti alle auto da Euro 2 a scendere, in fascia Verde, sono partiti l’8 dicembre. Anche a Torino da mercoledì prossimo scatteranno i divieti. Aria pesante pure a Napoli, dove al fermo già previsto per le giornate di lunedì, mercoledì e venerdì (dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 16,30) si è aggiunto il martedì fino al 31 dicembre.
«Il blocco è una soluzione emergenziale – spiega Federico Pizzarotti, delegato Anci per l’Ambiente – e serve sia per abbassare l’inquinamento sia per far riflettere tutti ma non può essere la soluzione definitiva perché serve incentivare la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico e controllare le caldaie dei riscaldamenti».