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 2016  dicembre 11 Domenica calendario

Doping. La seconda parte del rapporto Wada mette in crisi il Comitato olimpico

L’inchiesta dell’antidoping parla di più di 1000 russi postitivi. Si conoscono?
Solo in parte, molti sono usciti dai nuovi controlli sulle provette delle Olimpiadi 2008 e 2012, altri sono più o meno noti ma della maggioranza non si sa ancora nulla. Si tratta di 600 atleti di sport estivi, un centinaio di sport invernali, calciatori non ancora identificati, diversi paralimpici, tra loro 21 medagliati e 6 ori di Sochi. I sospettati vanno dal 2011 al 2016, divisi tra 30 sport e McLaren, l’avvocato canadese, che ha firmato l’indagine, avverte: «È solo la punta dell’iceberg».
Quale è la posizione della Russia?
Sostengono che la seconda parte del rapporto McLaren non contenga novità sostanziali e che tutti i dirigenti coinvolti siano già stati allontanati. Accettano che il Cio ricontrolli ogni test effettuato durante i Giochi del 2014. Rifiutano di ammettere un legame tra il governo e il sistema doping e scaricano la responsabilità sul dottor Rodchenko, ex capo del laboratorio di Sochi, oggi esule negli Usa e gola profonda dell’antidoping.
Che ruolo ha Rodchenko nel sistema doping?
È l’uomo chiave dal punto di vista operativo. Lui ha studiato come eludere i controlli, lui si è inventato il «cocktail Duchessa» a base di steroidi. Sempre lui ha contaminato provette con Nescafé e sale per creare falsi positivi e minare la credibilità di certe analisi.
I suoi legami con il governo sono provati?
C’è una rete di più di 4000 mail che partono da lui, e dagli atleti che aveva in cura, e salgono la catena di comando della politica russa. In particolare, nel rapporto, si dice che le direttive di Mutko, allora ministro dello sport, oggi vicepremier sono evidenti. Lui nega e ieri diversi politici hanno addirittura invocato Trump, tra loro Igor Lebedev, a capo del partito ultranazionalista: «Speriamo che il nostro caro Trump metta fine a questa persecuzione». Putin non si è ancora espresso, il suo portavoce dice che sta studiando le carte.
E il Cio come reagisce?
Per ora hanno creato due commissioni indipendenti che lavorano sul rapporto, ma la loro posizione è debole. Hanno aperto la porta alla Russia ai Giochi di Rio e sempre sostenuto che non credono nelle punizioni collettive. Danno mandato alle federazioni di valutare le sanzioni che credono migliori. Potrebbero decidere di bandire la Russia dalle Olimpiadi invernali del 2018, ma preferiscono evitare soluzioni drastiche. Altra ipotesi è cancellare la Russia dal medagliere del 2014: sembrano più inclini a squalificare solo chi è stato trovato positivo. Però lo scandalo è destinato ad allargarsi.
Che succede ai Mondiali di calcio 2018 organizzati dalla Russia?
Ieri l’Inghilterra ha ufficialmente chiesto che la competizione venga spostata. Scenario molto inverosimile, le qualificazioni sono in corso, gli stadi quasi completati. La Fifa prende tempo per valutare le carte, probabile che propongano un sistema di monitoraggio esterno dell’antidoping durante la manifestazione.
E gli altri eventi in programma in Russia?
Come è già successo prima di Rio il Cio lascia libertà assoluta alla Federazioni. Se ne lava le mani e i primi che dovranno trovare una soluzione a breve sono i dirigenti di bob e slittino: a Sochi, in febbraio, dovrebbero esserci i Mondiali, già contestati prima delle nuove rivelazioni. Gli Usa minacciano il boicottaggio.
Per gli atleti italiani che hanno gareggiato a Sochi può cambiare qualcosa?
Molti podi e classifiche verranno certamente rivisti. Troppo presto per capire quali anche se circolano le prime indiscrezioni che vedono tra i nomi compromessi Albert Demchenko, argento nello slittino davanti all’azzurro Zöggeler. Anche se in queste ore si rincorrono diversi nomi e non ci sono ancora certezze.