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 2016  dicembre 11 Domenica calendario

Quell’edizione straordinaria che arrivò in edicola in un’ora

Non erano neppure le sei del pomeriggio quando sulla tv accanto al mio desk comparve all’improvviso Marcello Sorgi. Con l’aria sicura dei direttori, Sorgi annunciava che di lì a un’ora La Stampa sarebbe uscita per le strade di Torino con un’edizione straordinaria sui fatti di New York. Della cosa mi stavo occupando io e, mentre il direttore faceva la sua promessa ai lettori, le pagine erano ancora desolatamente vuote: era arrivato un solo articolo, quello che avevo chiesto a Raffaella Silipo, allora numero due degli spettacoli. Silipo aveva ricordato tutte le volte che il cinema aveva messo nel mirino la città simbolo dell’Occidente: attacchi di alieni, di mostri, di asteroidi impazziti. Mai di terroristi, perché quello che stavamo vedendo in televisione sarebbe stato troppo persino per gli sceneggiatori di Hollywood.
Se, come scrive Gianni Riotta, gli inviati de La Stampa a New York erano un «dream team» del giornalismo, quella che lavorava con me era un’ottima squadra primavera: Antonella Torra, redattrice alle cronache italiane, e due giovanissimi colleghi destinati a una brillante carriera: Jacopo Iacoboni, oggi firma della politica, e Federico Monga, da qualche anno vicedirettore del Mattino di Napoli. Insieme avevamo un compito inconcepibile per il giornalismo di oggi, abituato alla duttilità dell’informazione su Internet. Gli smartphone non esistevano ancora, e non tutti avevano la possibilità di seguire le dirette televisive sul lavoro. Noi dovevamo raccontare l’attentato in pochissime ore, basandoci sulle notizie di agenzia, che si rincorrevano contraddicendosi l’una con l’altra.
Per affrettare i tempi, si era deciso di ristampare il giornale in edicola, sostituendo quattro pagine con una sovracopertina in bianco e nero: «Attacco all’America» il titolo che mi era venuto di getto, e che sarebbe stato usato anche per l’edizione completa del giorno dopo. Il problema vero era l’impossibilità di correggere le notizie imprecise: un articolo sul web può essere aggiornato all’infinito, ma la carta congela la situazione al momento della chiusura. Non a caso, oggi, quell’edizione sembra raffazzonata e imprecisa: si parla di 10 mila morti, contro i 2974 reali, e lo stesso racconto degli eventi risente dell’approssimazione del momento. Però, un’ora dopo l’annuncio di Sorgi, gli strilloni de La Stampa erano per strada e molti torinesi scoprirono quello che era successo leggendo un giornale di carta. Sembra impossibile, ma sono passati solo 15 anni.