La Gazzetta dello Sport, 12 dicembre 2016
Tutto è andato come previsto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incaricato l’onorevole Paolo Gentiloni di formare il nuovo governo

Tutto è andato come previsto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incaricato l’onorevole Paolo Gentiloni di formare il nuovo governo. Come da prassi, l’onorevole Gentiloni, ministro degli Esteri nell’uscente governo Renzi, ha accettato con riserva. Passerà la giornata di oggi e quella di domani a consultare avversari ed amici in un certo ufficio di Montecitorio, e poi andrà a sciogliere la riserva o domani sera o al più tardi mercoledì mattina. Seguiranno due rapidissimi voti di fiducia, che permetteranno al nuovo premier di partecipare, nella pienezza dei poteri, al Consiglio europeo di giovedì 15 dicembre. In Europa lo conoscono e, si presume, ne saranno rassicurati. Vedremo oggi la reazione dei mercati.
• Renzi?
Renzi, tornato a Pontassieve dopo aver svuotato l’ufficio e lasciato l’appartamento al terzo piano di Palazzo Chigi, ha scritto un lungo, melanconico post - pubblicato su Facebook - in cui ammette di aver sofferto «a chiudere gli scatoloni ieri notte, e non me ne vergogno: non sono mica un robot».
• Qualcuno crede a queste prese di posizioni sentimentali?
Nel cinico mondo dei politici non ci crede nessuno ed è probabile che quella parte della Rete che lo detesta si faccia beffe del segretario democratico. D’altra parte il governo Gentiloni è il prodotto di una ben individuata manovra interna, condotta da Renzi per contenere le offensive di Franceschini e tenere al governo un uomo suo. Di Maio, come abbiamo scritto ieri, ha definito Gentiloni un «avatar» di Renzi. Mattarella non ha ricevuto una rosa di nomi, ma un nome solo. Anche se ha pianto per la sconfitta, la testa di Renzi ha continuato a ragionare in termini di potere.
• Che tipo è questo Gentiloni, alla fin fine non troppo conosciuto.
È un giornalista, ha fatto il portavoce di Rutelli quando Rutelli era sindaco di Roma, poi è stato ministro della Comunicazione nel secondo governo Prodi (2006-2008) e in quella veste preparò una riforma del sistema televisivo che Berlusconi definì «banditesca»: prevedeva il passaggio di Retequattro e di una rete Rai al digitale. Qualche notizia ci viene dai suoi compagni di scuola del Tasso, il famoso liceo romano (Gentiloni è romanissimo, discende anzi da un Gentiloni Sivierj che fu uomo di fiducia di Pio X). «Capo indiscusso del Movimento studentesco al Tasso, era un leader glaciale, deciso, di pochi gesti e nulle parole. Portava l’eskimo, i capelli lunghi, la frangetta ribelle e niente occhiali. Era alto, magro, inavvicinabile. Piaceva da morire alle ragazze, perché era un leader proletario, ma di grande famiglia». Così Giancarlo Perna. Gasparri, che andava al Tasso anche lui, definisce Gentiloni «un portatore sano di rancore». Cominciò la sua carriera politica con quelli del Manifesto (Luciana Castellina e Michelangelo Notarianni), arrivò a Rutelli scrivendo sulla rivista Nuova Ecologia. È cattolico da sempre: s’è anche cimentato, da giovane, nell’insegnamento del catechismo con Agnese Moro. Discende dal Gentiloni del 1913, quello che diede inizio al disgelo tra liberali risorgimentisi e cattolici. Altre caratteristiche: ha 62 anni, è sposato, non ha figli, è un giornalista professionista, appassionato di musica lirica, gioca a tennis, va matto per la cucina e infatti ebbe in passato problemi di linea. Viene dalla Margherita. La romanità e il giornalismo lo imparenterebbero ad Andreotti (sia detto senza ingiuria), e però tifa Juventus. Temperamento glaciale.
• Gentiloni comunque non è un giovane e non è una donna.
Le prime idee di Renzi - ministri giovani e governo con lo stesso numero di uomini e donne - sembrano accantonate. Sono sicuramente in uscita tre ministre, e cioè la Boschi, la Giannini e la Madia. Non sembra che saranno sostituite da altrettante donne. Renzi, ancora prima che Gentiloni venisse incaricato, aveva offerto il ministero della Pubblica Istruzione a Gianni Cuperlo, della sinistra Pd. Cuperlo ha rifiutato. Benché di sinistra, Cuperlo, avendo ottenuto certe garanzie sulla legge elettorale, s’era deciso - ufficialmente - a votare Sì. Accettare adesso la Pubblica Istruzione avrebbe avuto il sapore di una ricompensa piuttosto imbarazzante politicamente. D’altra parte l’offerta a Cuperlo significa che Renzi sta cercando una ricucitura a sinistra. Non facile, si direbbe.
• E chi altri entrerà nel governo?
Non si sa ancora, ma sembra che il governo Gentiloni assomiglierà parecchio al governo Renzi, come composizione. Verdini starebbe scalpitando per entrare non solo nella maggioranza, ma anche nell’esecutivo. Imbarazzante per la sinistra del Pd, d’altra parte senza i 18 senatori di Ala il governo non andrà da nessuna parte. I problemi sono grossi, il tempo per decidere poco.