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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

Da poveri a ricchissimi

A molti i soldi piovono dal cielo. Senza che essi muovano un dito, possono permettersi lussi inconcepibili a chi vive con in piedi per terra. Ma c’è anche chi li tiene ben ancorati per terra pur potendosi permettere lussi inconcepibili. Sono i “non nati con la camicia”, quelli che prima della ricchezza hanno conosciuto la povertà. Quelli che hanno sofferto per mancanza di affetti, di cibo, di possibilità di avere in qualche modo le stesse opportunità degli altri. Carenze che hanno prodotto una voglia di riscatto e una sana testardaggine a provarci, sempre e comunque. Qualità che, insieme ad una intelligenza fuori dal comune, li ha trasformati in macchine da soldi. Miliardari, per intenderci, con patrimoni da capogiro. 
Non se ne contano più di venti in tutto il mondo. Alcuni famosissimi, altri noti soltanto agli addetti ai lavori. Prendiamo l’Italia. Leonardo del Vecchio, presidente di Luxottica, oggi vanta un patrimonio di 16,4 miliardi di dollari. Soldi messi uno sull’altro grazie alla sua capacità imprenditoriale. Nato più che povero, poverissimo, è cresciuto in un orfamotrofio perché sua madre vedova, e già quattro figli, non riusciva a mantenerlo. Impiegato in una fabbrica che produce parti di automobili e montature di occhiali, in cui perde un pezzo di dito, a 23 anni fonda la sua azienda per produrre occhiali da sole e da vista. Oggi ha 77mila dipendenti ed è il leader mondiale del settore. 
Anche Howard Schultz, l’uomo della catena Sturbucks, non se l’è passata bene da piccolo: cresciuto nelle case popolari di Brooklyn, si sente sempre «dall’altra parte» della barricata. E vedeva le altre famiglie felici, ricche, mentre dalla sua parte mancava tutto. Così decide di «saltare»: ottiene una borsa di studio, poi rileva una delle caffetterie Starbucks. Guarda lontano, talmente lontano da diventare l’ad della nota catena. Oggi, con un patrimonio di 3 miliardi di dollari, guarda ancora oltre la barricata, ma soltanto per non dimenticare da dove arriva e cosa significa essere poveri. 
La storia di successo di Oprah Winfrey ha valicato i confini Usa. Diventa la prima corrispondente afro-americana per la tv e poi, come conduttrice radiofonica del suo The Oprah Winfrey show, poi approdato in tv, “esporta” il suo personalissimo modo di porsi al pubblico. Con un patrimonio di 3 miliardi di dollari, è considerata tra le donne più potenti al mondo e in Sudafrica ha investito 40 milioni per una scuola destinata a ragazze povere, come lo era lei. 
A chi non è mai capitato di comprare dai parrucchieri i prodotti per capelli firmati Paul Mitchell? Dietro a questo nome si “nasconde” John Paul Dejoria. A dieci anni vendeva biglietti natalizi per aiutare la sua fragile famiglia prima che lo spedissero in una adottiva. Cresciuto, e con una esperienza nell’Esercito, si fa prestare 700 dollari con in quali crea la Paul Mitchell. Shampoo e affini li vende porta a porta e la sua casa è la sua macchina. Oggi il suo patrimonio è di 2,9 miliardi di dollari. E ha pure tanti capelli. 
Tra i casi più recenti di poveri diventati ricchissimi c’è quello di Sara Blakely. Il nome in se non dice nulla. Al contrario di Spanx. Avete presente quelle mutandone contenitive color carne? Le indossa Madonna, e la maggior parte (se non tutte) delle dive dello spettacolo, in tutto il mondo. Ebbene, è stata questa donna che non ha potuto studiare, che si è guadagnata da vivere vendendo fax porta a porta, ad avere l’idea di produrre intimo contenitivo. Oggi, con un patrimonio di un miliardo di dollari, dorme sonni tranquilli sapendo che sotto un abito bello quasi sempre si nasconde il suo Spanx. 
E che dire di Jan Koum? Ucraino trapiantato in una casa popolare della California con sua madre, si dava da fare pulendo i pavimenti in un negozietto. Fino a che gli si è accesa una lampadina e ha fondato WhatsApp. Avete presente? Oggi nessuno (o quasi) ne può fare a meno e lui si gode i suoi 8,2 miliardi di dollari di patrimonio. Non è mai arrivato a possedere ricchezze paragonabili a quelle di Koum, ma Guy Laliberté con i suoi 1,33 miliardi di dollari di certo non si può lamentare. Canadese, mangiando il fuoco, suonando la fisarmonica e camminando sui trampoli, ha fondato il Cirque de Soleil. 
Orfano a due anni e cresciuto da un lontano zio, Roman Abramovich, vanta 8,7 miliardi di dollari e lo yatch più grande del mondo. Dalla creazione di una piccola compagnia di giocattoli in plastica è passato a finanziare una impresa petrolifera che cresce, si gonfia fino ad essere acquisita dal colosso statale russo Gazprom per 12 miliardi di dollari. Oggi è proprietario del Chelsea. Shahid Khan, pakistano, quando arriva negli Usa si mantiene facendo il lavapiatti a un dollaro e venti all’ora. Oggi, con i suoi 7,1 miliardi, possiede una squadra di football americana, una squadra di calcio inglese e la Flex-N-Gate, l’impresa di manufatti in plastica per automobili acquistata dal suo ex datore di lavoro. 
Ci sono poi due esempi nel mondo della moda che lasciano a bocca aperta. Il primo riguarda Francois Pinault. Il magnate del lusso (14,7 miliardi di patrimonio) oggi detiene marchi come Gucci, Alexander McQueen, Yves Saint Laurant nonché Christie’s, la casa d’aste più grande e famosa al mondo. E pensare che da ragazzo ha dovuto abbandonare il liceo par mancanza di soldi e che i suoi amici lo prendevano costantemente in giro proprio a causa della sua povertà. La sua vendetta l’ha servita a distanza di tempo, acquistando marchi a basso costo quando il mercato gli era favorevole. Un genio. L’altro genio della moda nato povero e riscattatosi è Ralph Lauren. Si diploma nel Bronx, abbandona l’università e fa il commesso da Brook Brothers. Ed è lì, servendo i clienti a cui vende capi sobri, che gli viene l’idea di rendere le cravatte meno monotone. Fonda Polo e il gioco è fatto: 6 miliardi di dollari la sua ricchezza. Si ferma a un miliardo la fortuna dell’imprenditore Mohed Altrad, frutto di una violenza carnale in una tribù nomade della Siria. Trasferito in Francia, compra una società di umpalcature in fallimento e diventa leader mondiale del settore. Tra gli altri, ricordiamo George Soros. Sfuggito ai nazisti in Ungheria, si trasferisce a Londra e si mantiene agli studi di Economia facnedo il facchinno. La sua fortuna (24 miliardi) inizia ad accumularla quando vince la sua scommessa sulla svalutaizone della Sterlina, che gli fa incassare un miliardo. Complimenti. A tutti.