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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

I centristi allontanano le urne e Casini sogna Palazzo Chigi

Il vero talento Pier Ferdinando Casini, più che «l’eterno ritorno» di democristiana memoria, è l’arte galleggiare. Sempre e comunque. Nonostante non possa più contare su partito che lo sostenga e abbia scelto di appoggiare il premier dimissionario, Matteo Renzi, il suo nome è entrato nel novero dei possibili presidenti del Consiglio a tempo. L’ex presidente della Camera e leader dei centristi per il Sì al referendum, pur avendo rotto definitivamente i ponti con l’Udc, è stato particolarmente vicino al capo del governo anche nelle ultime settimane e potrebbe tornare utile per
presiedere un governo di scopo. E mentre Casini torna in gioco, restano nella
scia di Angelino Alfano e di ciò che resta
di Area Popolare, gli ex compagni di avventura di Pier provano a stoppare le fughe in avanti. «È inevitabile che la nuova legge elettorale sia sostanzialmente
proporzionale», afferma Rocco Buttiglione, capogruppo dell’Udc alla Camera,
bocciando l’ipotesi di un voto anticipato, «è necessario aprire una fase di dialogo nazionale. Elezioni immediate sarebbero un tentativo futile di rivincita sul referendum e ci consegnerebbero verosimilmente un parlamento ingovernabile». Nel frattempo i gruppi parlamentari di Area popolare di Camera e Senato hanno cambiato la loro denominazione in Area popolare Ncd-Centristi per l’Italia. La decisione è scaturita al termine di un incontro tra il leader di Ncd, Angelino Alfano e il coordinatore dei Centristi per l’Italia, Gianpiero D’Alia.