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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

Una pagina per Boschi: «Grazie di tutto». Intervista a Giancarlo Aneri

Solo un gesto cavalleresco verso una signora in difficoltà. Giancarlo Aneri risponde al telefonino mentre sta passeggiando in Place Vendome, nel cuore di Parigi. È proprio lui l’anonimo ammiratore – si è semplicemente firmato “G.” – che ieri ha comprato una pagina su
Libero e ha ringraziato Maria Elena Boschi del suo lavoro da ministra. Caratteri bianchi su sfondo rosso: “Gentile onorevole, volevo ringraziarla, come semplice cittadino, per quello che ha fatto. Impegno e responsabilità: penso che abbia sopportato tutto e dato tutto in buona fede nell’interesse dell’Italia. Sappia che il Suo lavoro non è stato inutile”. Un’iniziativa che non mirava a ottenere visibilità personale, assicura il 68enne imprenditore veneto dei vini di pregio e inventore del premio È giornalismo.
«Ho fatto la stessa cosa quattro anni fa per Ferrero, ma allora nessuno mi aveva chiamato».
Ferrero è un marchio con un forte richiamo, non è che anche Boschi la affascina un po’?
«Chi non la trova affascinante è privo di buon gusto, ma il punto è un altro».
Allora ci spieghi.
«I giornali raccontavano che prima del voto la ministra era circondata da tutto un codazzo, mentre ora è rimasta sola. Queste cose fanno male, fanno capire alla gente normale che in politica oggi sei un re e domani non sei nessuno».
Perché non ringraziare anche Renzi?
«Penso che lui si sappia difendere da solo mentre con la ministra sono spariti
tutti, anche quelli che fino a sei giorni prima andavano a trovarla in elicottero».
Ci ha pensato molto prima di scrivere?
«No, mi è venuto spontaneo, l’ho fatto col cuore, un gesto gentile verso una signora che non conosco. Ma poi mi hanno chiamato in molti e ho capito che la cosa è diventata più importante di quanto pensassi».
Non si sente controcorrente a difendere l’autrice di una riforma bocciata?
«Credo che lo pensino molti italiani».
Non più del quaranta per cento.
«No, sono convinto che anche gli altri lo sappiano, un conto è un voto politico, un conto è sapere che è rimasto il Cnel. I miei maestri, Montanelli, Biagi e Bocca, mi hanno insegnato a rispettare chi lavora e la signora Boschi ha lavorato tantissimo e in buona fede. Come è possibile che nessuno l’abbia ringraziata?».
Perché scrive che il suo lavoro non è stato inutile?
«Chi verrà dopo dovrà pur tagliare i carrozzoni e disegnare l’Italia del futuro e lì troverà una base».
Ma Boschi l’ha chiamata per ringraziarla della cavalleria?
«No, non ha il mio numero e comunque oggi non ho risposto a molte chiamate, sono a Parigi per relax».