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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

Alberghi a ore, ora sono per tutti

Flessibilità è una parola d’ordine anche nel mondo del turismo, sempre alla ricerca di formule per intercettare o creare nuove esigenze. Alla flessibilità che diventa una comodità in più per i viaggiatori risponde il concetto di Hotel by the Hours. Non più il «love hotel» (e spesso motel) a ore con i suoi stereotipi ma alberghi di lusso che in autonomia o attraverso diversi portali italiani e stranieri hanno messo a punto una «vendita frazionata» delle loro camere disponibili per 3, 6 o 12 ore in qualsiasi momento della giornata. La formula «a ore 2.0» ha richiesto massicci investimenti in comunicazione per fare la metamorfosi dello stereotipo: si possono prenotare stanze e suite per le esigenze più svariate ci dicono i siti specializzati: il manager in attesa di una riunione fuori sede, l’attesa prolungata per un volo o un treno, certamente le coppie desiderose della loro intimità ma anche chi desidera trascorre qualche ora di relax magari dopo aver utilizzato la spa dell’albergo. I prezzi sono più bassi (dal 40 al 70 per cento e oltre) rispetto a una camera con il classico check in alle 12 o alle 14 e check out la mattina seguente. I grandi alberghi diventano versatili alla caccia di clienti per le camere rimaste vuote. Solitamente l’offerta va dalle 10 del mattino alle 18 ma in alcuni casi si estende fino alle 21 a seconda della disponibilità di camere della struttura prescelta.
Insieme all’offerta, fra low cost e massima segmentazione del mercato dell’hôtellerie, è nata anche la categoria dei fruitori: il daybreaker è una persona che vuole godersi una parentesi di assoluta pace durante la visita a una grande metropoli o fra due riunioni di lavoro, assi portanti della formula secondo gli operatori. Ed è vero che la spinta verso il cambio di percezione dell’«a ore» ha trovato molti sostenitori sia fra chi la propone e chi la utilizza, seguendo sia la metamorfosi del lavoro sia di quella degli stessi viaggi intercontinentali, cercando le tariffe aeree più basse (accettando stop over multipli) sapendo però di avere la possibilità di un mini-soggiorno in hotel invece del classico «bivacco» in aeroporto.
 
Concorrenza fra le start up. A New York, le riduzioni sulle tariffe partono da una media del 45% per raggiungere in molti casi fino al 75% per cento con una netta prevalenza di hotel di fascia medio-alta. La formula dell’albergo a ore 2.0 è stata raggiunta dalle catene e dai portali di prenotazioni in modi diversi: Dayuse.com (www.dayuse-hotels.it) è una piattaforma di prenotazione creata nel 2010 in Francia e che oggi ha una rete di 2.000 hotel in 15 Paesi. Daybreakhotels.com è invece andato on line nell’aprile del 2013 con l’idea anti-stereotipo di far provare alla clientela i servizi di un hotel di lusso durante la giornata e oggi ha siti dedicati per prenotazioni in Francia, Belgio e Regno Unito. Al momento del lancio, DayBreakHotels.com è stato presentato con una serie di video su «You Tube», cercando così d’intercettare in primis la clientela della Rete, in generale più incline a sfruttare le nuove proposte commerciali anche nel mondo dei viaggi. La prenotazione del day use può essere effettuata per tipologia di hotel (comunque da 3 a 5 stelle) scegliendo fra struttura con Spa, piscina e sale business. C’è anche la formula più recente di «day use serale» che copre la fascia oraria dalle 21 alle 24. Le App sono disponibili sia per Android sia per Iphone e una volta prenotato (senza fornire la carta di credito ma sono il proprio nome e cognome e un indirizzo mail valido) si può disdire fino alla mezzanotte del giorno precedente e in alcuni casi a ridosso del check-in; i prezzi sono sempre intesi per due persone. Byhours.com segue la stessa falsariga: una start up nata e sviluppata a Barcellona a partire dal 2014 e che oggi dichiara 2.500 strutture prenotabili e 150mila clienti. Con Byhours è possibile prenotare a Parigi, Lisbona, Londra e in altre città inglesi. Byhours.com ha fatto un ulteriore passo avanti mettendo in vendita le camere (sempre a multipli di 3 ore) ma indipendentemente dall’uso diurno o notturno. Fra i più recenti player di questo mercato in rapida espansione è arrivato il sito HotelQuando.com, frutto del lavoro di una start up brasiliana con sede a San Paolo e che punta ai clienti delle Americhe, turisti, ovviamente, compresi. In passato (nel 2012) il settimanale «Economist» era stato piuttosto ironico sul fatto che si potesse prenotare «a ore» per motivi di lavoro. Ma nel frattempo la formula si è ampiamente affermata, anche perché garantisce a qualsiasi tipo di esigenza l’accoglienza e i servizi fino a pochi anni fa riservati solo ai clienti che pernottavano. Con le start up che si sono inventate, a partire dal 70% di camere (a livello globale) che restano inutilizzate di giorno, un nuovo mercato low cost.