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 2016  dicembre 06 Martedì calendario

Grecia, intesa all’Eurogruppo sull’alleggerimento del debito

La Grecia e i suoi partner europei hanno trovato ieri un accordo per alleggerire il debito pubblico greco. L’obiettivo, in ultima analisi, è di permettere il ritorno del Fondo monetario internazionale nel campo dei creditori. In compenso, il negoziato su una seconda verifica dell’attuale programma di aggiustamento non è terminato e proseguirà nelle prossime settimane. I ministri delle Finanze della zona euro torneranno a discuterne nella loro riunione di gennaio.
I creditori della Grecia si sono riuniti ieri qui a Bruxelles in un consueto incontro mensile dell’Eurogruppo per discutere innanzitutto la seconda verifica del terzo programma di aggiustamento di cui il Paese è oggetto dall’agosto 2015. È il momento in cui tradizionalmente i partner toccano con mano i progressi che la Grecia ha compiuto per modernizzarsi e le misure ancora necessarie per completare le riforme economiche. La discussione di ieri non ha sciolto gli ultimi nodi.
Atene e i suoi creditori stanno ancora facendo i conti con tre aspetti: gli obiettivi di bilancio, la riorganizzazione del settore dell’energia e il diritto del lavoro. Quanto alle finanze pubbliche, alcuni Paesi chiedono sforzi prolungati, mentre la Commissione è più comprensiva. Sul fronte del diritto del lavoro, Atene vorrebbe mantenere l’attuale sistema di contrattazione collettiva, mentre i partner europei vorrebbero che fosse introdotta maggiore flessibilità.
In compenso, i creditori hanno trovato un’intesa sulle misure di breve termine per alleggerire il debito pubblico, oggi al 180% del prodotto interno lordo, sulla base di una tabella di marcia decisa in maggio. Allora i ministri si erano messi d’accordo per alleggerire il debito con una operazione in tre fasi: la prima con misure di breve termine entro il 2018; la seconda dopo la conclusione del programma di aggiustamento che termina nel 2018; la terza nel più lungo termine.
Il direttore generale del Meccanismo europeo di Stabilità, Klaus Regling, ha spiegato in una conferenza stampa che le misure di breve termine decise ieri permetteranno nel lungo termine una riduzione delle necessità lorde di finanziamento dell’economia greca del 5%. «È una stima da prendere con grande cautela che dipende anche dall’andamento dei mercati», ha avvertito Regling. Tra le altre cose, ci sarà una revisione delle maturità dei prestiti per portare la media delle scadenze da 28 anni a 32 anni e mezzo.
Inoltre, ci sarà un aggiustamento dei tassi d’interesse: i creditori hanno deciso di convertire i prestiti da tassi variabili a tassi fissi. Regling ha assicurato che «queste misure avranno un significativo impatto positivo sulla sostenibilità del debito greco», mentre i costi per i creditori saranno «molto limitati». Queste misure saranno adottate fin da subito. Basteranno per consentire al Fondo monetario internazionale di tornare in campo a prestare denaro alla Grecia?
L’Fmi si è finora rifiutato di partecipare al piano di aiuti perché considera il debito non sufficientemente sostenibile. Ieri il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha voluto precisare che il Fondo prenderà una decisione se tornare a prestare denaro alla Grecia solo quando verrà ultimata la seconda verifica del programma. A questo punto, secondo Dijsselbloem, il negoziato su questo aspetto dovrebbe concludersi solo all’inizio dell’anno prossimo.