la Repubblica, 6 dicembre 2016
Aerei, addio voli a zig-zag, adesso il cielo si accorcia
I JET, intendiamoci, rimarranno gli stessi. La vera rivoluzione – grazie alla liberalizzazione del traffico messa a punto dall’Enav – riguarda le rotte: dall’alba dell’Immacolata, i velivoli in volo sopra gli 11mila metri di altitudine non saranno più costretti a seguire le tradizionali “autovie” delle mappe aeronautiche – l’arzigogolato percorso a zig-zag tra radiofari e incroci di rotte che ha regolato fino ad oggi il traffico – ma potranno volare in linea retta verso la loro destinazione.
UN TESORETTO DI MINUTI
Il risparmio di tempo e percorso di ogni singolo velivolo sulle nuove autostrade dei cieli è relativamente piccolo: il sorvolo della penisola si ridurrà in media di 17.500 metri e di 80 secondi a tratta. Il beneficio per la collettività e per le compagnie, però, moltiplicandolo per gli aerei che passano tutti i giorni sulla nostra testa, è enorme: «A sfruttare il piano rotte libere saranno 3.500 dei seimila aeromobili che transitano ogni 24 ore nei cieli tricolori», calcola Paolo Nasetti, responsabile operazioni di rotta dell’Enav.
Pallottoliere alla mano, significa che si risparmieranno quotidianamente 61.250 chilometri (una distanza pari a una volta e mezzo la lunghezza dell’Equatore) e 77 ore di traffico in quota. Riducendo drasticamente l’impatto ambientale ed economico: si bruceranno 200mila chili di carburante in meno nell’aria al dì, sforbiciando le emissioni di CO 2 in atmosfera di 600 tonnellate e garantendo alle compagnie un taglio ai costi di almeno 75 milioni all’anno. Una manna per i vettori mondiali alle prese con margini di guadagno molto risicati.
TRAIETTORIE IN LINEA RETTA
La rivoluzione dell’alta velocità aerea vede l’Italia nel ruolo di pioniere in Europa. La Ue ha imposto a tutti di uniformare entro il 2022 le regole d’ingaggio nei cieli, liberalizzando le rotte più alte. «E noi siamo il primo tra i grandi Paesi a rendere operativo questo servizio», spiega Nasetti.
Per piloti e vettori la routine del volo è tutta nuova. «Una volta dovevano presentarci i piani di volo entro le 24 ore prima del decollo e noi poi pianificavamo il traffico», continua. L’8 dicembre invece scatta il “liberi tutti”: le compagnie saranno tenute a segnalare solo il punto dello spazio aereo italiano in cui intendono entrare e quello da cui vogliono uscire. Poi per il resto del percorso seguiranno la rotta che vogliono, con i programmi dell’Enav («Li abbiamo rinnovati, la sicurezza è garantita al 100%», assicura Nasetti) a garantire spazi e distanze tra i velivoli.
Le simulazioni elaborate dagli algoritmi della società hanno confermato le aspettative: le autostrade dei cieli garantiranno un gran risparmio di tempo, ridurranno l’inquinamento e consentiranno ai vettori di ridurre i costi di gestione. Il volo tra Palermo e Venezia sarà più corto di 20 chilometri e durerà tre minuti in meno. Una volta arrivato alla quota di crociera sopra il Tirreno, infatti, il jet non sarà più costretto a spezzare il volo rimbalzando tra i radiofari del Centro Italia, ma potrà continuare dritto fino alla fase d’atterraggio in avvicinamento alla Laguna. Appena sceso sotto gli 11mila metri di quota, sarà di nuovo preso in consegna dal vecchio sistema che lo guiderà fino all’arrivo. Sul Catania-Linate il volo sarà più breve di due minuti grazie a un taglio del 2,51% della lunghezza, visto che non sarà più necessario spezzare la linea retta del viaggio transitando sul collo di bottiglia di Capri e sull’isola d’Elba.
PIÙ VANTAGGI PER IL SORVOLO
I guadagni sono superiori per i jet in sorvolo sull’Italia. Quelli in arrivo dal Nordest e in viaggio verso l’Africa ridurranno di 34 km. il transito nel cielo tricolore, entrando nel nostro spazio aereo appena sopra il Gargano, seguendo una rotta dritta come quella di un righello e uscendo appena a Nord di Malta. Il tragitto durerà due minuti in meno. Mai come in questo caso il tempo è denaro: in sessanta secondi un Airbus 320 (quelli di medie dimensioni usati sulle rotte a breve-medio raggio) brucia 40 chili di carburante. Un A380, il gigante dei cieli, arriva a 220. E meno benzina si mette nel serbatoio, più si alleggerisce l’aereo, riducendo i consumi per tutta la durata del viaggio.