la Repubblica, 3 dicembre 2016
Meningite C a Milano due vittime alla Statale per lo stesso batterio
Gli appuntamenti già fissati sono oltre una sessantina. E i vaccini saranno somministrati da venerdì in poi, per coprire 140 studenti e docenti entro le vacanze di Natale. È la misura (d’emergenza) varata a Milano dopo la morte di due studentesse dell’Università di Milano a causa di una meningite: dopo il caso di Alessandra Covezzi, studentessa 24enne del master in Industrial Chemistry morta il 26 luglio scorso, mercoledì mattina è deceduta al Niguarda Flavia Roncalli. Anche lei studentessa del dipartimento di Chimica, morta a 24 anni per una meningite. Due casi divisi da appena quattro mesi, e che hanno fatto scattare l’allarme nei laboratori di via Golgi 19 frequentati da entrambe le giovani. Flavia è morta alle 7 del mattino, per un arresto cardiaco: in ospedale era arrivata appena tre ore prima, lamentando dolori che facevano pensare a un’influenza gastrointestinale. Per capire le cause della morte, è stata eseguita l’autopsia, e i campioni biologici – dopo che un primo test molecolare ha dato esito positivo – sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità, per individuare il ceppo batterico. Ieri da Roma è arrivata la prima conferma che si tratta di meningococco C: proprio come nel caso di Alessandra. «Ma per ora si tratta di casi sporadici. Si parla di meningococco C, però non sappiamo ancora con certezza: dobbiamo terminare le analisi – spiega Giovanni Rezza, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss —. La situazione è sotto controllo, non c’è motivo di allarme». L’obiettivo degli ulteriori esami è quello di stabilire quale sottotipo del ceppo C abbia ucciso Flavia. E, soprattutto, se sia simile o addirittura identico a quello che ha colpito Alessandra quattro mesi fa: l’ipotesi è che entrambe siano state contagiate da un portatore sano. «Sicuramente – nota Giorgio Ciconali, che guida il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ats milanese, l’ex Asl – è curioso che ci siano stati due casi nello stesso luogo: potrebbero essere due portatori diversi, oppure lo stesso. Lo sapremo solo confrontando i due batteri. In ogni caso, non è raro trovare un portatore sano: in Italia lo è il 15 per cento della popolazione». Il contagio avviene per via aerea, dopo contatti «stretti e prolungati» con il portatore. Mentre sono rari i casi “secondari”, in cui il meningococco passa dal malato a persona sana. Non a caso in Toscana, dove è stato individuato un focolaio epidemico e dal 2015 sono stati registrati 58 casi, nessuno tra i contatti più stretti dei malati, come familiari o coniugi, è stato colpito dalla malattia con un contagio “secondario”.
Una vicenda complessa, insomma. E che, soprattutto, ha fatto scattare il panico nel dipartimento universitario di via Golgi: di qui la decisione dell’Ats non solo di sottoporre a profilassi preventiva i ragazzi e i docenti dell’università milanese che negli ultimi dieci giorni sono stati in contatto con Flavia Roncalli (circa 140 persone). Ma anche di offrire, a tutti coloro che sono stati a stretto contatto con lei – anche in questo caso, circa 140 persone – il vaccino contro la meningite C. Intanto, ieri, l’ateneo milanese ha deciso di intitolare alle due studentesse un premio di laurea, «in ricordo dell’entusiasmo e della passione per la conoscenza che hanno saputo esprimere e condividere nella loro breve, luminosa esistenza».