Corriere della Sera, 3 dicembre 2016
Accordo Ilva, i Riva versano 1,3 miliardi
Adesso è ufficiale: l’Ilva e la famiglia Riva hanno definito l’accordo che permetterà il trasferimento dalla Svizzera a Taranto, via Procura di Milano, degli 1,1 miliardi attualmente oggetto di sequestro penale. L’ufficializzazione è arrivata con una nota dell’Ilva, società in amministrazione straordinaria, anticipata ieri mattina dal premier Matteo Renzi nella diretta social da Palazzo Chigi: «La transazione con i Riva sarà siglata nelle prossime ore e porterà più di un miliardo per il risanamento ambientale» dell’Ilva. Un miliardo e cento milioni, per la precisione, cui si aggiungono 230 milioni «per supportare la gestione corrente di Ilva». A fronte di questo impegno complessivo di 1,33 miliardi «si prevede che Ilva rinunci a qualunque pretesa nei confronti degli esponenti della famiglia Riva, ponendo fine al vasto contenzioso in essere». Contenzioso in cui rientrano anche due cause contro i Riva da circa 2,5 miliardi. L’accordo è operativo da subito, ma le parti si sono lasciate tempo fino a febbraio per l’adempimento delle formalità: 45 giorni dopo, secondo i piani, i fondi dovrebbero essere disponibili grazie a un prestito obbligazionario. Per i commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba «l’accordo garantisce risorse certe per il risanamento ambientale di Ilva». Al quale potranno contribuire anche altri 244 milioni provenienti (sempre con un prestito obbligazionario) dal patteggiamento tra Procura di Taranto e Ilva. «Non voglio entrare nel merito del patteggiamento – spiega il procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo —prima che la Corte ne abbia cognizione nell’udienza del 6 dicembre del processo “Ambiente svenduto”; posso solo dire che è frutto di un impegno di 5 mesi, nostro, dei commissari e della procura di Milano». Nelle 42 pagine della bozza di accordo sulla «confisca quale profitto di reato» c’è scritto che fra il 2009 e il 2013 i Riva avrebbero risparmiato 1,327 miliardi in mancati investimenti ambientali. Da sottolineare, infine, che il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha chiesto alle Procure di Taranto e Milano se esistano agli atti «richieste di patteggiamento avanzate dal gruppo Riva per la definizione della responsabilità penale dell’impresa». Insomma, si fida solo dei magistrati. Né di Renzi, né dei commissari.