la Repubblica, 2 dicembre 2016
L’amaca di Michele Serra
L’INCHIESTA di BuzzFeed sul cospicuo flusso di “disinformatia” on line riconducibile ai Cinque Stelle è abbastanza impressionante; specie per quanto riguarda la permeabilità, diciamo così, della galassia grillina alle fonti russe, che a quanto pare sono un motore inesauribile di “notizie” contraffatte a scopo di propaganda: vedi il caso, recente e ingombrante, della campagna pro-Trump.
L’unico vero limite di quell’inchiesta è che, per quanto accurata e frutto di un lavoro giornalistico vero, si presta a essere letta secondo le tipiche modalità complottiste; prendendola per oro colato e non confrontandola con altre fonti. Per dirla con un paradosso, se guardassimo al mondo grillino in modo grillino saremmo portati a pensarne il peggio possibile, con Putin al posto dei “poteri forti”, Grillo agente del Cremlino e il Movimento strumento passivo di un sordido complotto contro la democrazia. Non è così, ovviamente: l’analisi è molto più complessa e quel movimento nasce anche da profonde esigenze sociali e politiche. Ma la tentazione di ripagare con la stessa moneta gli ossessi che da qualche anno vedono ovunque le Banke tramare contro i Popoli, e con quello schemino spiegano per filo e per segno tutto quanto, compreso il prezzo dei broccoli, è fortissima. Per superarla dobbiamo rifarci alla celebre massima di Gaber: «Non temo Berlusconi in sé, temo il Berlusconi in me». L’aggiornamento è: «Non temo il grillino in sé, temo il grillino che è in me». Evangelicamente parlando: non fare agli altri quello che gli altri stanno già facendo a te.