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 2016  dicembre 01 Giovedì calendario

L’amaca di Michele Serra

È in corso ormai da diversi anni una specie di derby Corona-Lapo a chi riesce a fare la belinata più grave e spettacolare. I due sono entrambi maschi beta (non vincenti, insomma, e neanche più giovanissimi), con una differenza tecnico-tattica che potrebbe orientare anche le due eventuali tifoserie: Corona tira a fregare il prossimo, Lapo se stesso. Dunque Corona si produce nel classico gioco all’italiana, che nonostante la movida e l’happy hour e nonostante tanta Milano in ghingheri ha sempre un quid albertosordista, da “Un giorno in pretura”, da eterno dopoguerra, l’arte di arrangiarsi con le mazzette nel controsoffitto e comunque un prete per chiacchierar nei vari reinserimenti sociali e corsi di ravvedimento; Lapo invece platealmente senza difesa e con attacchi compulsivi e scervellati di bagordo autodistruttivo, e al momento buono neanche un trans per chiacchierar, non a Manhattan e tantomeno a Torino, tutti che lo mollano al commissariato o in astanteria e i messaggi di incoraggiamento delle ex che arrivano da distanza di sicurezza. E come biasimarle. Dovendo proprio scegliere sarei lapista (evitare giochi di parole, grazie) anche se ho disgusto per le droghe di ogni ordine e grado, con l’eccezione del vino rosso e anche bianco. Mi pare un buon figliolo (Corona un po’ meno) che fatica moltissimo a stare nelle regole. Nascere troppo ricchi è meglio che nascere poveri. Ma il denaro non garantisce la felicità, soprattutto se è quello del nonno.