la Repubblica, 1 dicembre 2016
«Mio figlio di 8 anni deve uscire da solo», la mamma aggredisce il preside a scuola
ROMA Il preside Tarcisio Maugeri, 41 anni, laurea in Scienze della Formazione (110), dottorato a New York in matematica e informatica, ora dirigente scolastico all’istituto comprensivo Livio Tempesta di Catania, con il volto graffiato, è stato aggredito a scuola martedì. A metà mattina, quando viene richiamato in segreteria dalle urla di una donna: «Teste di m… che non siete altro, dovete lasciare uscire mio figlio da solo. Finita la lezione, se ne viene a casa. In che lingua ve lo devo dire?». La Livio Tempesta è la scuola del quartiere Angeli Custodi, i Quartieri spagnoli di Catania, la via Prè di Catania. Infanzia, primaria e medie inferiori, trecentocinquanta bimbi solo alle elementari. Il preside Tarcisio Maugeri, martedì mattina, lascia il suo ufficio e s’affaccia in segreteria, dove vede la sua vice in difficoltà, travolta da quella giovane madre senza freni: «La responsabilità è mia e voi fatevi i c… vostri. Lavoro tutta la settimana fino alle 15, non posso venire a prendere mio figlio e non me ne vado fino a quando non fate come dico io».
Il preside Maugeri, arbitro per hobby, insediato dallo scorso anno in questo istituto al fronte, interviene. Per dovere e necessità: «Signora, non possiamo lasciare uscire suo figlio da solo a fine scuola. Ha 8 anni. Neppure se lei firma un foglio di presa di rischio. Commetteremmo un reato, abbandono di minore. Non ha una parente che può aiutarla?». La madre, sempre più furente: «C’è mia figlia, viene lei». Scusi, «quanti anni ha la figlia?». La madre: «Diciassette, e allora?». «È sempre minorenne, non possiamo».
La donna, madre di un bambino della terza elementare, si scatena contro quell’uomo in cravatta che le nega ciò che ritiene un diritto: disporre di suo figlio. Racconta adesso il preside: «Ha iniziato a riempirmi di improperi, da quella bocca usciva di tutto. Quando le ho chiesto di uscire dall’ufficio mi è saltata addosso, mi ha tirato due sberle, mi ha graffiato con tutta la rabbia che aveva dentro». Intervengono bidelli e amministrativi, fermano la madre. La allontanano. Il dirigente scolastico finisce al pronto soccorso, e si mette in malattia.
Racconta ora Maugeri: «In questa scuola non è semplice riuscire a far passare il rispetto delle regole, anche quelle minime. Non c’è un sistema che educhi, è così. Genitori e figli entrano all’ora che vogliono, rispondono a brutto muso. Il linguaggio è quello dell’insulto, perché non ne conoscono altro. La signora non l’ho mai vista prima, ai colloqui, fuori scuola. Era venuta solo per dirci quello che dovevamo fare. Sì, dirigo una scuola difficile e tutti i giorni dobbiamo attrezzarci».
Alla Livio Tempesta di Catania hanno rubato il ferro delle ringhiere. Il 28 luglio scorso vandali sono entrati nella notte e l’hanno devastata, ma a settembre la scuola ha aperto. L’ultimo consiglio di istituto, a ottobre, è finito tardi e quattro docenti si sono ritrovati l’auto spaccata: «Un segnale degli spacciatori, a quell’ora vogliono avere il piazzale vuoto». Il preside ha spostato i consigli in un plesso più sicuro e ora la polizia fa la ronda due volte al giorno.
Il sottosegretario Davide Farone ha raccolto per primo la storia degli Angeli Custodi: «Preoccupa questa escalation di aggressioni a docenti e dirigente scolastici. Ho sentito il preside per esprimergli vicinanza. La comunità scolastica, chi giorno dopo giorno gioca un ruolo fondamentale nell’educazione dei nostri figli, va valorizzata e sostenuta con ogni mezzo e in questo processo abbiamo bisogno della collaborazione delle famiglie: devono insegnare ai propri figli che il docente e il preside sono un punto di riferimento nella formazione delle future generazioni». Per ora, il preside Maugeri non ha denunciato la madre.