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 2016  novembre 30 Mercoledì calendario

Simula un sequestro, Lapo arrestato

NEW YORK La polizia di New York lo ha arrestato alle due di domenica mattina, dopo due giorni di eccessi a base di alcol, cocaina e marijuana, in compagnia di una trans. Poche ore dopo, però, Lapo Elkann poteva lasciare il tredicesimo commissariato di Manhattan. In tasca aveva un foglio pesante: il «desk appearance ticket», l’ordine di comparizione davanti alla Corte criminale di New York. Udienza fissata per il 25 gennaio 2017. L’accusa: «Denuncia alla polizia di falso sequestro». Un reato grave, nella categoria dei «felony», che prevede una pena da 2 a 10 anni di reclusione.
Per il momento finisce qui il tumultuoso fine settimana organizzato dal trentanovenne nipote di Gianni Agnelli. Un portavoce del comando generale della polizia di New York conferma al telefono: «Lo abbiamo arrestato e poi rilasciato in giornata. Non spettava a noi ritiragli il passaporto e quindi non l’abbiamo fatto. Ora ha l’obbligo di presentarsi davanti alla Corte criminale di New York». Dall’ufficio della Procura generale aggiungono: in questi casi «il sospetto» resta a piede libero, ciò che conta è che compaia davanti al giudice nella data fissata. Agli investigatori Lapo aveva lasciato l’indirizzo dell’hotel «The Mark», sulla 77 strada. Ma alla reception del lussuoso albergo Art dèco rispondono: «Non abbiamo nessuno con questo nome». Risulta, inoltre, che non sarebbero stati attivati canali diplomatici. In conclusione l’imprenditore della moda potrebbe essere già tornato in Italia.
Non sarà facile, però, archiviare il caso che ha avuto grande risalto sui tabloid della città. Ecco, allora, la ricostruzione diretta raccolta parlando con gli uffici del Dipartimento di polizia. Lapo è arrivato a New York giovedì 24 novembre, il giorno del Thanksgiving, la festa del Ringraziamento. Città sonnolenta, gente tappata in casa con tacchino e televisione accesa. Elkann, invece, cerca compagnia in rete: un’escort transgender. Alla fine combina con Marie McKinstry (il nome è stato diffuso dalla polizia e quindi è pubblicabile), una transessuale di 29 anni. Vive nelle Strauss Houses di Kip Bay, sulla ventottesima strada. È un quartiere popolare, con una decina di palazzoni affastellati, qualche spiazzo di erba spelacchiata, una traballante e persistente reputazione perché è frequentato dagli spacciatori di droga.
Lapo resta con Marie per due giorni. Bevono, fumano erba, sniffano cocaina. A un certo punto finiscono i soldi. O meglio, servono contanti per comprare altre dosi di stupefacenti. I pusher di Kip Bay non accettano carte di credito, anche se «gold». Lapo chiede al suo ospite di anticipare e poi ha un’idea: simulare un sequestro, chiamare qualcuno della famiglia, raccontare di essere in grave pericolo e farsi portare 10 mila dollari in contanti come riscatto. Procede e si mette nei guai. Qualcuno degli Elkann contatta la polizia. Gli agenti del 13° distretto simulano la consegna del denaro e si concentrano su Marie McKinstry. Ma bastano poche verifiche sul telefono di Lapo per scoprire che il presunto ostaggio, in realtà, era uscito più volte dall’appartamento della escort.
Adesso gli avvocati di Lapo avranno due mesi di tempo per cercare di rimediare o almeno circoscrivere le conseguenze penali. Dalla Procura non rilasciano commenti ufficiali sul punto, si capisce solo che fino al 25 gennaio non ci saranno altre indagini.
Marie McKinstry si è barricata in casa. Al terzo piano di un edificio che ne ha 26. Sulla porta in legno leggero c’è un adesivo consunto, con l’immagine di un angioletto e una scritta in spagnolo: «Aqui somos catolicos. Y no vamos a cambiar de religion! Por favor non insista. Gracias». Siamo cattolici e non cambiamo religione. Evidentemente da queste parti ci deve essere anche un grande traffico di predicatori protestanti. Inutile bussare. Dall’interno risponde solo lo spaventato abbaiare di un cagnolino.
Giuseppe Sarcina
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Gli amori svaniti, la crisi delle società. Negli ultimi giorni diceva: sono stanco
Sei giorni fa, prima della partenza per New York, aveva pubblicato un video su Instagram. In doppiopetto rosso, Lapo Elkann annunciava in inglese il suo viaggio: «Vado per affari e progetti creativi. Ci vediamo presto».
Vanity Fair America gli aveva dedicato un articolo dove veniva descritto come un «self made man» e definito un simbolo di «rinascita» e di «trasformazione». Era settembre, sembra passato un secolo.
La vicenda di New York, accompagnata da ironie, insulti e offese che si sono lette sui social, è un altro doloroso e drammatico incidente. I demoni sono tornati.
Che il nipote dell’Avvocato sia stato circondato per troppo tempo da un popolo di personaggi che usavano il suo nome e la sua persona per sfruttarne vantaggi era noto a chi ha sempre cercato di proteggerlo, senza chiedere nulla in cambio. Da mesi era ritornato instabile, sofferente, chiuso in una gabbia di vetro in cui vedeva amori svanire, le sue società soffrire per la crisi. Difficoltà che lo hanno nuovamente reso fragile e smarrito.
Negli ultimi giorni diceva di essere stanco, preso da troppi cambiamenti che stravolgevano anche lui, abituato a non sentirsi legato, costretto a occuparsi della ricapitalizzazione di Italia Independent, l’azienda specializzata nella creazione di occhiali in carbonio, che nei mesi scorsi ha navigato nel mare burrascoso della Borsa. I lavori di ristrutturazione del Garage, la sua officina, il sogno che sta concretizzando, era rallentato da pratiche burocratiche che forse gli sembravano senza fine. Viveva, come tutti gli imprenditori, un momento difficile ma continuava a vedere positivo, icona di uno stile che ormai rappresenta una sfaccettatura del made in Italy.
Dentro di lui, però, sentiva aleggiare il senso del vuoto. Cercava di annullare i fantasmi all’orizzonte calzando abiti colorati, quasi sgargianti, o rannicchiandosi dentro a uno smoking dai lunghi rever di seta lucida. Sempre chic ed elegante, il ritratto di un giovane uomo di successo. Eppure non si sentiva bene nella sua pelle. Ha cercato motivazioni per continuare la sua lotta, non è stato sufficiente «far sognare», trasformare un’auto di serie in un modello unico ed esclusivo, da guidare anche fuori dalla via maestra. Questa volta il dolore era troppo profondo, incideva dentro un’anima già segnata. È scoppiata la rivolta che lo ha riportato in prima pagina, quando, al contrario, voleva nascondersi per non svelare le proprie debolezze.
La sua giornata inizia sempre con la pubblicazione su WhatsApp di fotografie di Ferrari, il suo pensiero fisso, immagini che declinano, a volte, tutta la sua giornata. Manda messaggi corredati da cuori rossi e da smile sorridenti, è sbadato, parcheggia in mezzo alla strada, in divieto di sosta. Non gli viene perdonato di essere nato nella famiglia più potente d’Italia.
Il suo riscatto potrebbe passare dalla concretizzazione di quella fondazione che sta progettando, per aiutare chi ha percorso o rischia di percorrere la sua identica corsa a ostacoli. Dovrebbe spogliarsi dei suoi abiti lussuosi per indossare una veste da «tutor», affiancarsi a un gruppo determinato, capace di guardare negli occhi la realtà e le chimere della vita.
Bianca Carretto

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La ex Shermine lo incoraggia in Rete
Un amore durato qualche mese. Concluso a settembre. Eppure ieri lei è stata la prima a spendere parole di solidarietà per Lapo Elkann, il suo ex compagno. «Finché non vai in pezzi, non sai di che pasta sei fatto. Ti dà l’abilità di ricostruirti ancora, ma più forte di sempre». Il messaggio è stato postato su Instagram, proprio mentre diventava pubblica la notizia dell’arresto dell’ex fidanzato. La modella tedesca Shermine Shahrivar non ha preso le distanze, sport abbastanza frequente con il rampollo della famiglia Agnelli. Il suo messaggio è stato accompagnato da due cuori, simbolo di affetto per quell’uomo che sembra essere il peggior nemico di se stesso. Shermine, figlia di genitori iraniani, già Miss Deutschland e Miss Europa, ha studiato recitazione a New York al Lee Strasberg Theatre and Film Institute. La relazione tra lei e Lapo era cominciata in primavera: il debutto mondano era stato all’ultimo Festival del cinema di Cannes, nel maggio scorso. La storia era andata avanti per tutta l’estate, tra gite in barca, voli in elicottero e aerei privati, con baci documentati sui social di entrambi. Poi, a settembre, la rottura, discreta, senza clamori. Ieri, però, Shermine non ha abbandonato il suo ex.